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Gentile Signora, Lucrezia De Domizio Durini, ho letto la sua legittima e democratica decisione di voler dare lezione ai curatori e ai vari promotori della mostra presente al Museo Colonna di Pescara dal titolo : “Pescarart 2010”. Ho anche assistito agli  innumerevoli modelli della comunicazione (devo dire un po’ anacronistici) organizzati  da Lei e dai suoi assistenti per istruire il suo diritto di replica verso una delle tante opere presenti in mostra relativa all’artista, da noi tutti molto amato in passato, J. Beuys. Personalmente conosco la Sua specializzazione riguardo il contributo linguistico creato dall’artista Beuys e credo, a suggerimento del mio personale angelo custode, Le abbia dato come persona e costruttore di linguaggi, un valido e sicuro modello di riferimento per la comprensione della scienza estetica di cui la nostra  immediata contemporaneità sente il più disperato bisogno di ricerca e riorganizzazione. Ritengo pertanto Lei sia persona molto fortunata per aver potuto compartecipare, in vicinanza anche spirituale di grandi e coraggiosi artisti, alla definizione di quei tracciati mentali necessari alla potenzialità universale e all’umanità per  potersi disancorare dalla staticità del progresso e dall’in-consapevolezza di massa, e ritrovare la  sostanza vera, (la vera sostanza) per poter  costruire i salubri modelli della coscienza collettiva. Altrimenti, La ritengo persona capace di costruire “cultura” cui i tanti ricercatori del mondo e la formazione degli studiosi, allievi e docenti, fanno riferimento per incrementare il proprio spirito investigativo votato alla scoperta di nuovi mondi linguistici e riflessivi. Credo sia questo il senso della passione che Lei desidera mettere in campo con tutta la potenza di cui sa avvalersi e di cui si avvale. Mi creda per fede. Sulla scia di questo principio, anche perché il testo critico in catalogo lo conferma nella sua potenziale qualità prodromica e di discorso, ha tutta la mia accondiscendenza e complicità di guerriero in amore per il benessere mentale collettivo versato al servizio e alla ricerca della felicità. Se dunque è a questo conforto che vota  la sua necessità di riordinare le verità dell’arte, ben venga qualunque occasione  che dia modello per tutti noi di riprendere l’ umile coscienza che ci è venuta  a mancare, come Lei stessa dice nei confronti di- “[…]personaggi che hanno provocato questa incresciosa vicenda – probabilmente per assoluta inesperienza -”. Quello che però, poi,al mio angelo custode provoca lo stallo e la disarmonia del volo  messaggero è lo strano invito che Lei lancia non agli studenti, non alle coscienze giovani affamati di comprensione e di modelli carismatici da poter imitare o distruggere, ma l’invito agli Istituti Scolastici, ovvero alle istituzioni affinché possano fare occasione e visione di  “un insegnamento più attendibile sul Sistema dell’Arte”; possano, cioè, venire a lezione da Lei…. E qui non riesco più a seguirLa gentile Signora. Se è la didattica che le interessa Le posso dire che oltre alla magnificenza settoriale curata da De Santi per l’anniversario di Umberto Mastroianni, le due sale superiori sono stracolme di maestri storici e contemporanei dal valore in opere d’arte di gran lunga superiore ( per qualità  didattica per storia dell’arte oltre che per mercato)  alla limitata opera di Beuys che tanto l’offende. In questo caso credo siamo tutti  poco umili nei confronti degli studenti che dovrebbero in assoluto privilegiare il suo modello didattico ai  tanti spiriti linguistici presenti in mostra che verrebbero privati di qualunque comparazione visto che la Sua lecita performance avverrà all’esterno del Museo.  Le dico comunque che tanta grazia e anche dovuta alla Sua necessità di esprimersi nella nostalgia messaggera addetto ad un sociale che l’attuale post-umano poco considera, se non nella spiritualità delle nuove macchine e delle primordiali e generative forme di linguaggio a cui tutti noi viventi partecipiamo.  E a Lei dunque che va indicato il successo per la compartecipazione sentita dei molti visitatori della mostra che  è stata da un punto di vista statistico per flussi e attenzioni molto  eccellente. E siccome il compito e il dovere di un Museo è appunto dare opportunità di conoscere per valorizzare il proprio sapere, personalmente credo di doverLa ringraziare sapendo che il mio compito di curatore sia stato effettivamente assolto con grande efficacia  e con quella divinità che spesso manca ai progetti detta efficienza e intesa come  potenzialità dell’obiettivo raggiunto di generare altri progetti di valore. Se con poco si sia riusciti ad ottenere tanto ben vengano tante altre occasioni di salubre coscienza collettiva.

 Le auguro,Gentile Signora, la più bella manifestazione della sua vita.

 

Cordialmente, Antonio PICARIELLO

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