Maggio 2007


cen3.jpgcent2.jpgcent4.jpgcenter1.jpg

mbox35.jpgmovim11.jpgscacch01.jpg

lalbero della conoscenza.jpg

Mostre a modo
DOMENICA 13 MAGGIO 007, ore 18,30

La caduta nel tempo. Personale di Ettore Frani
dal 13 al 23 maggio

Opere pittoriche di Ettore Frani
Testi di E. M. Cioran a cura di Fabio Rodda
Musiche degli Obsolescenza Programmata

Inaugurazione 13 maggio ore 18:30

La pittura che vuole negare, non affermare. Togliere, non riempire. La pittura come dialogo interiore tra sé e Dio, tra sé e la propria immagine, lo specchio, il riflesso polveroso delle proprie aspettative, delle proprie mancanze.

La pittura come ricerca di un sentiero da scavare nell’assenza che unica può condurre all’assoluto, alla conoscenza distruttiva, intuibile al di là dell’immagine, del segno, come puro significato.

La parola, demoniaca nel suo intimo destino di creatrice ma allo stesso tempo unica consolatrice del male di esistere.

L’opera di Ettore Frani non poteva non incontrare il verbo del genio del secolo appena passato, Emil Cioran, e desiderare d’accostarsi ad esso non in un richiamo visivo, descrittivo o esplicativo, ma in una vicinanza d’intenti, di ricerca e di assenza.

colangelo 1Bn.jpgcolangelo pag. 3A n.jpgcolangelo pag. 2Bn.jpgcolangelo pag. 2An.jpgcolangelo pag 1An.jpg

Caro Antonio,
finirò con l’inquinare il tuo sito.
Ti avevo accennato alle sculture fatte negli anni 50. Quelle che ti invio sono state fatte tra il 1954 e il 1957. Non giudicarle con gli attuali parametri. Sarebbe ingeneroso.
Ti saluto e ti ringrazio Angelo

caro angelo, se dovessi avere  parametri di giudizio  con i codici della contemporaneità e “acontestuali” al momemto della creazione dell’opera,   farei bene  a rifuggiarmi in una grotta in  emulazione di celestino V. E’ vero che da un po’ di tempo ho dei mal di testa che potrebbero essere causati da un chiodo di borromeo, ma credo la tua capacità prodroma dell’arte è esclusività soltando dei grandi maestri come tu sei. Non credo si debba spiegare altro, un saluto antonio

locandinaVincenzoMascia  copia.jpg

ORATINO
dal 22 maggio al 1 luglio 2007
mar-dom, 15.00-24.00
Vincenzo Mascia

STRUTTURE

opere dal 1992 al 2007

Il Sorbetto
Open Space
Contrada Aia Serra, 15
0874 – 38337

DOPO LE MOSTRE RETROSPETTIVE DEDICATE AI PITTORI MARCELLO SCARANO (CAMPOBASSO) E PIETRO SCOPPETTA (AMALFI), PROSEGUE L’ATTIVITA’ ESPOSITIVA DE “IL SORBETTO” DI ORATINO CON UNA MOSTRA DEDICATA AL MAESTRO VINCENZO MASCIA.
DAL 22 MAGGIO E SINO AL PRIMO LUGLIO (MAR-DOM, 15.00/24.00) SARA’ POSSIBILE
VEDERE LE OPERE DEL MAESTRO MASCIA NELL’ACCOGLIENTE CORNICE DELL’OPEN SPACE.

direttore artistico
Antonio Porpora Anastasio

4DPict2.jpgblow-400-vaccaro.jpg3er-annaeherung-popup-passau.jpgvaccaro-tony-176-dpa.jpg

Tony Vaccaro gehörte der 83. US-Infanteriedivision an, die im Juni 1944 in der Normandie landete. Im Gepäck hatte er nicht nur ein Gewehr, sondern auch einen Fotoapparat. Ausgestattet mit einer Sondergenehmigung der Armee, dokumentierte er mit der Kamara seine persönlichen Eindrücke vom Truppenvormarsch der Alliierten.

Im Juni 1945 traf Vaccaros Einheit in Pocking bei Passau ein. Der Fotograf erinnert sich: “Das erste Foto, das ich in Bayern machte, zeigt die Donau und Passau. Wenig später fuhren wir nach Berchtesgaden, wo ich etwa 40 Aufnahmen von Hitlers Teehaus, dem zerstörten Berghof und anderen Gebäude machte.”

Er fotografierte aber nicht nur selbst, sondern suchte auch nach Filmen in den Taschen gefallener Soldaten oder in ausgebombten Wohnungen. Mangels Dunkelkammer entwickelt er die Aufnahmen in geliehenen Stahlhelmen und hängte sie zum Trocknen in Zweigen auf. Seine reiche Beute nach Kriegsende: 7.000 Bilder.

Nachdem Vaccaro im Sommer 1949 Deutschland verlassen hatte, wurde er 1950 Chef-Fotograf der US-Zeitschrift “Flair”. Außerdem arbeitete er für die Magazine “Life”, “Look” und “Venture”. Seine Bilder sind unter anderem in einer ständigen Ausstellung im New Yorker “Metropolitan Museum of Art” und im Pariser “Centre Pompidou” zu sehen.

Vaccaro wurde 1922 in Greensburg in Pennsylvania als Sohn italienischer Einwanderer geboren. Heute lebt und arbeitet er in Long Island City nahe New York.

mostra colangelo 005.jpgmostra colangelo 007.jpgmostra colangelo 044.jpgmostra colangelo 034.jpgmostra colangelo 033.jpgmostra colangelo 032.jpgmostra colangelo 032.jpgmostra colangelo 028.jpgmostra colangelo 016.jpgmostra colangelo 014.jpgmostra colangelo 013.jpg

la presenazione, nel magnifico luogo espositivo,la Libreria Book & Wine – Spazio Hub – Palazzo Ferrini di Pescara ha avuto tutto il successo che meritava. Il testo di Antonio Zimarino Al riparo dal pensiero è tra le migliori ricerche che la contemporaneità italiana offre in campo dell’arte e della critica d’arte intesa anche come disciplina in cambiamento assorbita dalla nuova funzione del curatore. Oltre le parole hanno fatto da altare le opere (magnifiche) A PARTIRE DAL PENSIERO di  Mandra Cerrone -  Franco Fiorillo Angelo Colangelo ( la cui opera definisce anche la copertina del testo) ottima la conduzione di Ugo Perolino

Progetti sonori sul/per il vostro evento o spazio espositivo

Indagini nel museo polisensoriale

Il suono entra negli spazi dell’arte e crea, in moltissimi casi, un certo scompiglio.
In queste pagine si trovano registrazioni audio di mostre e di musei, senza particolari montaggi o manipolazioni.
Lo scopo dell’operazione: sollevare domande che possano servire per la maggior comprensione del rapporto tra suono e spazio espositivo.
Sebbene la scienza abbia risolto egregiamente, da tempo, molti dei problemi della trasmissione dei suoni nello spazio, nei musei e nelle gallerie d’arte vige ancora una certa disattenzione, una trascuratezza quasi preoccupante a riguardo.
Molti teorici di diverse discipline affermano che stiamo muovendo da una società in cui la vista è il senso predominante a una società aurale, o forse tattile, o forse multisensoriale, a seconda di chi parla.
Il suono nell’arte, dicono, sarebbe quindi dirompente perchè è in grado di scardinare il solito orientamento visivo, verticale, oggettuale, atemporale.
Eppure anche la società occidentale ha sempre avuto molti luoghi dedicati al suono e alla fruizione di opere d’arte multimediali… primi tra tutti i teatri. Dove il rapporto tra suono e immagine è risolto in modo molto efficace.
Dunque, non sarà semplicemente un problema di contesto inadatto? Quali sono le condizioni in cui possiamo dire che un’opera d’arte visiva abbia veramente bisogno di essere accompagnata da suoni?
In queste pagine ogni registrazione suggerisce domande, a volte di natura prettamente tecnica, a volte di ordine teorico.
Un progetto Steve Piccolo e UnDo.Net, con la collaborazione di Ricciarda Belgiojoso

Comune di Padova
Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo
Centro Nazionale di Fotografia
in occasione della rassegna “Padova AprileFotografia”
La invitiamo alla conferenza
Tobia Ravà. Paesaggi trascendentali
che avrà luogo nella Sala Paladin di Palazzo Moroni (Via del Municipio 1) martedì 22 maggio 2007, ore 21.00
interverranno: Virginia Baradel Storica e critica d’arte  Enrico Gusella Responsabile Centro Nazionale di Fotografia e l’artista Tobia Ravà
Monica Balbinot                                                                               Flavio Zanonato
Assessore alle Politiche Culturali e Spettacolo                                     Sindaco di Padova
e-mail cnf@comune.padova.it  internet: http://cnf.padovanet.it
 


Comune di Padova

Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo

Centro Nazionale di Fotografia

I Padova AprileFotografia 

Conferenza

 

TOBIA RAVA’

Paesaggi trascendentali

 

con Virginia Baradel e Enrico Gusella

 

martedì 22 maggio ore 21.00

Padova, Sala Paladin di Palazzo Moroni (Via del Municipio 1)

 

______________________________________________________________________________________________________________________________________________

 

Nell’ambito della rassegna Padova AprileFotografia 2007, l’Assessorato alle Politiche Culturali e Spettacolo – Centro Nazionale di Fotografia presenta la conferenza “Tobia Ravà. Paesaggi trascendentali” che si terrà martedì 22 maggio alle ore 21.00, nella Sala Paladin di Palazzo Moroni (Via del Municipio 1).

L’incontro, al quale parteciperanno Virginia Baradel, storica e critica d’arte, Enrico Gusella, responsabile del Centro Nazionale di Fotografia e curatore di AprileFotografia e l’artista Tobia Ravà, intende presentare l’ultimo ciclo pittorico a tema naturalistico realizzato dall’artista padovano, alle cui origini vi è la ripresa fotografica.

Ogni sua opera è frutto di una meticolosa e ponderata ricerca artistica legata alla kabbalah e alla logica matematica: un labirinto del segno nei segni che percorre in ogni senso la superficie dipinta, un intreccio di simboli e numeri, una trama tenace su cui si alzano timbri tematici.

Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca legata alle correnti mistiche dell’ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici che linguistici i quali costituiscono una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie “grandangolata” delle inquadrature.

Il pittore dà vita alle sue opere attraverso una scienza antica come la ghematrià (“gimatreya”, criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall’antichità nell’alfabeto ebraico), che consiste nell’utilizzare le corrispondenze numeriche delle lettere dell’alfabeto, ognuna delle quali ha un suo particolare valore numerico.

Ne risulta quindi che qualsiasi sequenza di lettere o di singole lettere dell’alfabeto è anche leggibile come un numero, ad esempio quello prodotto dalla somma delle lettere che compongono una parola.

Le sue opere riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah (“tradizione” e anche “ricezione”, indica la tradizione mistica del pensiero ebraico) si può arrivare ad un percorso etico-filosofico.

Sia le composizioni architettoniche, che quelle a soggetto naturalistico, sono costituite per lo più da un punto di vista centrale o laterale, apparentemente costruito sull’impianto prospettico rinascimentale, come nella serie dei boschetti, formati dai filari di pioppi ordinati con la stessa logica dei dipinti a soggetto architettonico, ma le lunghe prospettive invece di formare profondi coni visivi danno luogo ad una visione allargata, “ad imbuto” per effetto del grandangolo.

Le sue opere raffigurano soggetti decontestualizzati da una fitta texture cromatico-segnica, mostrano sempre una spiritualità laica e un’umanità fatte di modelli ad un tempo concreti e astratti, di luci e colori che sono la negazione di ogni conflitto, di ogni costruzione ideologica, e rappresentano una sintesi di ciò che ha incontrato lungo il suo cammino, segno e simbolo di un’umanità riconciliata.

Biografia

Tobia Ravà (Padova, 1959) lavora a Venezia e a Mirano.

 Si è laureato in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna, dove è stato allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli.

Ha frequentato la Scuola Internazionale di Grafica di Venezia ed Urbino.

Espone dal 1977. E’ presente in collezioni sia private che pubbliche, in Europa, Stati Uniti, America Latina e in Estremo Oriente. Nel 1983 è tra i fondatori del gruppo AlcArte, attivo all’Università di Bologna (DAMS), con l’intento di coniugare il fare arte all’epistemologia. Dal 1988 si occupa di iconografia ebraica. Nel 1993 è il promotore del gruppo Triplani, che, partendo dalla semiologia biplanare, prende il nome dall’ipotesi di un terzo livello percettivo derivato dall’aura simbolica, accanto a quelli del significato e del significante. Nel 1998 è tra i soci fondatori di Concerto d’Arte Contemporanea, associazione culturale che si propone di riunire artisti con le stesse affinità per riqualificare l’uomo ponendolo in sintonia con l’ambiente e rendere l’arte contemporanea conscia dei suoi rapporti con la storia e la storia dell’arte, anche interagendo espositivamente con parchi, ville, edifici storici e piazze di città d’arte. Dal 1999 ha avviato un ciclo di conferenze, invitato da università e istituti superiori d’arte, sulla sua attività nel contesto della cultura ebraica, della logica matematica e dell’arte contemporanea.

Nel 2004 con Maria Luisa Trevisan ha dato vita a PaRDeS Laboratorio di Ricerca d’Arte Contemporanea a Mirano dove artisti di generazioni e culture diverse si confrontano su temi naturalistici e scientifici.

bosco.jpg“Tobia Ravà. Paesaggi trascendentali”

Padova, Sala Paladin, Palazzo Moroni (Via del Municipio 1)

Conferenza: martedì 22 maggio ore 21.00

 

Ingresso libero

 

Centro Nazionale di Fotografia

Via Niccolò Tommaseo, 60 – 35131 Padova

tel. 049 8204518 – 4525 – 4530   fax 049 8204532

e-mail: cnf@comune.padova.it   Sito internet: http://cnf.padovanet.it

« Pagina precedentePagina successiva »