Sab 30 Ott 2010
facebook nuova letteratura – tema * emigrazione
Posted by Antonio Picariello under arte/teatro , ComunicazioneNo Comments
Gian Ruggero Manzoni dice: abbiamo 5 milioni di stranieri regolari in Italia più quasi 2 milioni di irregolari, cioè la proporzione è di 1,4 stranieri ogni 10 italiani, e il tutto è in aumento; la Francia cominciò a dare segni di xenofobia all’incirca attorno alle nostre percentuali, e strinse, così stanno facendo la Gran Bretagna e la Spagna… voi cosa ne pensate?
Gian Ruggero Manzoni dice: abbiamo 5 milioni di stranieri regolari in Italia più quasi 2 milioni di irregolari, cioè la proporzione è di 1,4 stranieri ogni 10 italiani, e il tutto è in aumento; la Francia cominciò a dare segni di xenofobia all’incirca attorno alle nostre percentuali, e strinse, così stanno facendo la Gran Bretagna e la Spagna… voi cosa ne pensate?
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Ferruccio Nobile Migliore per essere xenofobi moderati ci vuole una tradizione che ci manca, da noi la xenofobia si manifestera’ come una scarica di diarrea a spruzzo fetida assai e incontrollata. Il basso si sta sostituendo all’Alto, gia’ da un po’.
Ilaria Onestini ho appena saputo di una quasi ressa tra un gruppo di faentini e uno di ….? (donne velate) al supermercato ortofrutticolo stamattina. In cinque minuti si e’ passati dal – le banane non si toccano con le mani- al – tornate al vostro paese – Quindi… probabilmente manca poco.
Miriam Ravasio Qui nel profondo nord delle montagne tutti sono ben inseriti, hanno acquistato e poi ristrutturato le vecchie case dei contadini. I loro figli frequentano senza problemi la scuola e partecipano alla vita dei paeselli… ma appena ci si sposta verso la città le cose cambiano …nelle scuole, nei luoghi pubblici, sui treni si avverte diffidenza “reciproca”. Temo che Ferruccio abbia ragione…soprattutto perché le fabbriche che hanno chiuso sono davvero molte
Stefano Pollini bè 7 vs 60(?)
Enrico Vianello d’altra parte quanto hanno combattuto i nostri immigranti ?
http://www.youtube.com/watch?v=oJVyLGbHLM4
Ferruccio Nobile Migliore Ovvio che chi si smuove da un Paese povero lo faccia verso un paese piu’ ricco ma son difficilmente paragonabili una emigrazione verso un paese in trend di crescita e un’emigrazione in un paese in trend di bancarotta.
Enrico Vianello ahah corretto …ma per questa gente l’italia puo sembrare ancora l’ America …. ricordiamoci che la terra non e’ di nessuno e cacasomai siamo noi che apparteniamo alla terra …ma il problema sono proprio le citta’ che non centrano piu nulla
Daniele Argelli Penso che gli italiani siano un popolo talmente mediocre che dovremmo dire “grazie” a chi viene a diluire la nostra mentalità merdosa.
Dovremmo pagarli, in effetti.
Enrico Vianello http://www.youtube.com/watch?v=xZ-Ru6YQFu4
Penso che non si debba mai omettere di ricordare un dato che mi pare sia sempre rimosso dalle discussioni sul difficile, mai lineare cammino dell’integrazione e cioè un fatto reciproco e che è molto banale: la territorialità . E capisco che …non possa essere preso in considerazione: la territorialità in situazioni di rapporto 1 a 10 non costituisce un problema, razionalmente. Ma la territorialità appartiene all’istinto, alla memoria, al mito.
In più a complicare le cose (e seriamente) ci si mettono fattori reali: l’assenza di una politica, di un percorso integrativo nelle grandi città , cosa che favorisce l’auto-assistenza dei gruppi etnici o culturali e che favoriscono la chiusura (solo il sommerso ha già conosciuto la piena integrazione, le criminalità nordafricane, albanesi, rumene e italiane collaborano benissimo).
Parlando per MIlano poi il fatto che la periferia e l’hinterland non sono mai in agenda del comune,ma un folkloristico contorno. A Corvetto è stato proclamato il coprifuoco e, detto fra noi la situazione di Corvetto è per un lato molto peggio di quella che è stata descritta sui giornali (la microcriminalità è una bazzecola rispetto ai reali giri della zona). Da un altro lato vi assicuro che non si vive in stato di belligeranza continua.
IN più nella provincia pare vi siano migliori condizioni per l’integrazione. Paradosso sommo: nel Veneto vi è un altissimo tasso occupazionale fra gli immigrati, una delle percentuali più alte di matrimoni misti, ottimi centri assistenziali. Aldilà del binario leghista sembra (e non è una scoperta) che laddove la territorialità della popolazione locale è più sentita e severa (e se non intollerante, almeno vigile: cioè laddove sentieri, pietre, strade hanno ancora un nome per gli abitanti, anche illusoriamente o ipocritamente, ma ce l’hanno…) sembra correlarsi una migliore organizzazione sociale dell’immigrato. O secondo voi è un accostamento erroneo? In compenso le banlieus, nonostante in molti dicano essere in Italia uno spauracchio (e chissà perché?) penso invece che saranno il futuro delle metropoli italiane. E allora ne vedremo delle belle…altro che razzismo, sarà anche peggio…Mostra tutto
Enrico Vianello http://www.youtube.com/watch?v=iAKRQqcX6_w
Vesna Krehic hahahaha,bellissima battuta,Daniele!!!!Non penso che questo popolo è mediocre.Tutti i popoli sono mediocri.Ma,la battuta è spiritosa ed io apprezzo lo humor
Vesna Krehic io sono immigrata per caso(“Turisti per caso”)
Daniele Argelli Battuta?
Io dico sul serio. Che tu non pensi che questo popolo sia mediocre non significa che io sia d’accordo con te. Io dicevo sul serio.
Enrico Vianello IO SONO SEMPRE STATO TURISTA PER CASA …. QUANDO I TURISTI LASCIANO IL LITORALE …SI STA DI UN BENE EHEHEH LA SPIAGGIA E’ PROPRIO BELLA DESERTA E DESOLATA
Vesna Krehic Anch’io dicevo sul serio che tutti i popoli sono mediocri(inclusa Italia).Allora,siamo parzialmente daccordo
Enrico Vianello http://www.youtube.com/watch?v=4ZPvhLyrdlM
Vesna Krehic Enrico,spiritosissimo!!!hahaha!!! Turista per casa,hahaha
penso che gli stranieri li useranno come “leva”, attivando uno pseudo dibattito sul diritto di cittadinanza. Servono, dagli scenari che ho letto io, almeno 3-4 milioni di neo-cittadini, ergo neo-elettori, per scardinare il blocco più coeso …d’Italia: i pensionati. Tra 3-4 anni le casse dello stato saranno vuote, dovranno toccare le pensioni già erogate. Inoltre, alimentare un conflitto sociale “dal basso”, mentre i neoimprenditori – pakistani, cinesi da decenni abituati a vivere in clan familiari iperglobalizzati: pensa a chi gestisce tutti ma proprio tutti i negozietti di fiori da Londra a NY – ci schiaccieranno di lato. Il capolavoro, allora, sarà fatto. In nome del diritto universale. E noi verremo additati come razzisti da scrittrici pseudoimmigrate, col solo vantaggio di avere la pelle moderatamente nera e di garantire – come la vecchia scimmia del Discorso per un’Accademia di Kafka – all’uditorio un po’ di buona coscienza. Scusa la sgrammaticatura ma sono su un treno in panne per lo sciopero, coi cinesi che mangiano uva e la sputano a terra dopo averla masticata. Non mi scandalizzo, ma mi chiedo che farebbe la direttrice dell’Unità se fosse dove sono io ora.Mostra tutto
Ilaria Sabbatini E’ una domanda di storia o di psicologia?
Francesco Terrasi Non ho mai pensato di essere padrone della terra che calpesto e devo la salvezza della mia famiglia alla possibilità della gente di emigrare. Del resto il futuro dei miei figli non credo proprio che sia legato a questo paese, che non riconosco e non sopporto più. per cui mi limto a continuare a pensare che il progresso dell’umanità può venire solo dal lento rimescolarci.
Mario Costantini Non possiamo costruire un muro intorno a noi, è già stato dimostrato dalla storia che non va bene. La xenofobia prende chi crede di essere un involucro perfetto.
Marco Dotti infatti. L’involucro perfetto, negli Usa, si chiamava Condoleeza Rice
Vesna Krehic Vai a casa tua!!!!
Ma,se questo è la casa mia?
13 ore fa · Mi piaceNon mi piace più · 1 personaCaricamento…
Valter Surini Professore scusi,io di “blocchi coesi” non ne vedo proprio…
a me sembra che tutto si tenga, e si tenga molto bene in Italia. Non
succede nulla,a parte l’indignazione del giovedì sera. se non è coesiine
qs? Valter, l’opinione su immigrati/pensionati non è mia, è tratta da
uno studio di settore in uso ai… simpaticoni dei circoletti finanziari
italiani
Valter Surini pardon..la dovrei leggere..dove? Mi piace l’opinione di Francesco. Credo abbia “vissuto”davvero…Io quando passo in via Quarenghi mi trovo meglio che nelle vie “bene”.
Vi ho letto. Interessante l’analisi di Simone Boscolo riguardo l’integrazione legata strettamente al senso di appartenenza degli autoctoni (quindi: identità forte che apre le porte? Nessuna paura di cedere alle lusinghe dello straniero?)…… ma non ‘puzza’, questa cosa, di una sorta di ghetto ‘edulcorato’?
Da parte mia temo per il peggio… ma notoriamente sono un apocalittico catastrofista, quindi, forse, non faccio testo.Mostra tutto
Enrico Vianello http://www.youtube.com/watch?v=TUc1XwU5ZhU
Maria Sartori Spencer ♥ NYC
Massimo Cascone Non è che ci sia molto da pensare….
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Marco Dotti leggete Le cacce all’uomo (di un ricercatore francese, non ricordo il nome ora) appena tradotto da Manifestolibri.
Bianca Zongoli W..La Francia……W…..Gran Bretagna…..W..la Spagna________Noi veniamo dopo…Molto dopo””””””””””””””Dopo………..Gli illegali in Italia…..Servono!!!!!!!!!!!!!!!!…Mi chiedo mhà ….chissà perchè——–!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!………………..Solita storia……………XXXXXXXXXXXXXX
Massimo Cascone Mah,messa così la faccenda mi sembra diventare la storia di Bartali e Coppi.La Francia deve stare solo zitta,visto che prima ancora di Maastricht,insieme alla Germania,assorbiva praticamente tutta la quantità di extracomunitari.Infatti,le due nazioni si erano stancate di sopportare il peso.Inoltre,ha sempre avuto un certo atteggiamento verso esuli e rifugiati politici.Ricordo che Kundera,diventato poi il massimo scrittore in lingua francese,era Cecoslovacco,scappato perchè dissidente.Ma anche Cioran,rumeno ha fatto lo stesso percorso.
Bacco Nessuno Lù Gli stranieri che incontro lavorando nelle aziende sono ben preparati, impegnati nello svolgimento dei loro compiti e molto spesso hanno in mente di avviare altre attività . Alcuni mi chiamano per sapere l’iter burocratico per costruirsi una casa nuova e non si spaventano minimamente davanti a tutte le richieste delle leggi italiane … mi rendo conto che la mia visione sia limitatissima ad una piccola porzione della realtà di Torino e Provincia
io non possiedo proprio questo senso di stranieragine(possiedo solo il senso di udito,vista,olfato,gusto,tatto).Così mi è dificile fagginare sul tema.Magari,mettendomi nella pelle di uno che si sente appartenere e con suoi occhi cercare di …vedere che cosa e lo straniero.Vedo i problemi,dilemmi,complicazione della situazione,non è che sono cieca,ma io,intimamente…non avendo il senso ne di possedere una terra(o cultura molto diversa,religione o non religione…etc) ,ne di essere sul posseduto dell’altro,mi sento un po sulle nuvole.Ma,poi,non ha nessunissima importanza se io mi esprimo qui o no.Non credo che questo è di interesse generale.Scusate,ho usato già troppe parole,ho usufruito di troppo spazio…Mostra tutto
‎@Gian
diciamo che supponevo al questione da due punti di vista: il primo è che, in una società che ha ben chiari i fondamenti sulla quale si basa e nella quale si rivede (si immagini un consorzio societario sia minimo che massimo) e che chi…ede che tali fondamenti siano da tutti rispettati, in questo contratto sociale è teoricamente possibile un’integrazione e una convivenza non disarmonica di minoranze. Oltre al fatto che all’amore per le pietre che si abitano ci e si educa. Diciamo che non avevo in mente una sorta di collegio “sado-maso” che alterna fruste e Teletubbies. 🙂
Ecco perché in Italia sino ad ora buoni esempi di integrazione sono avvenuti spesso ma le metropoli costituiscono un serio problema.
Vero anche quello che sosteneva un intervento precedente: nelle zone periferiche, albanesi e nordafricani sono stati fra i primi ad aver ridato mano d’opera ad attività sino a dieci-quindici anni fa sull’orlo dell’estinzione (a cui poi si sono aggiunti romeni e moldavi): pastori, “famigli” sono per buona parte, insieme a italiani che ritornano a tali occupazioni, di origine straniera.
Tuttavia, soprattutto oggi e in Italia, sappiamo che non si può fare una fotografia realistica del Paese ignorando i giri delle criminalità . Sarà ormai una deformazione ma in ogni città nella quale vado la prima cosa che mi domando è: quali zone, quali luoghi sono gli epicentri della finanza sommersa e delle attività criminali. Penso che se si vuole conoscere un luogo occorra partire da lì. Poi me ne vado in giro per tutti altri posti e faccio il “super turista” ma questo è un altro discorso.
:-)Mostra tutto
C’è molto da dire..ma mi sovviene un pensiero che infondo si deve metabolizzare lentamente….
La cultura Rom è un patrimonio della nostra Europa bisogna accettarla ,comprendere è assurdo che questi rigurgiti di stampo nazi-fascista possa…no attuare nuove forme di deportazione e di repressione proprio in Europa, si dovrebbe mostrare più unita, solidale e contraria ad ogni forma di discriminazione raziale, anke se quì in Italia le cose non sono poi così diverse…è questo preoccupa ancora di più
perche’ ciò avviene in un momento in cui nel Paese emerge una recrudescenza notevole di razzismo e xenofobia.Mostra tutto
2 ore fa · Mi piaceNon mi piace più · 2 personeA Gian Ruggero Manzoni e Vesna Krehic piace questo elemento.
Siamo tutti emigranti o immigrati, tutti discendenti dai barbari. Non ce la raccontiamo giusta per comodo cristiano o per comodo sociale, comunque la diversità crea evoluzione. È questione di avere capacità di saperne rilevare la bontà esc…ludendo, dopo averla riconosciuta, la negatività che è sempre gemellare nell’identità di tutti i fenomeni. Un esempio per riflettere scientificamente su un problema universale: Sergio Marchionne (Chieti, 17 giugno 1952) Il padre Concezio fu un maresciallo dei Carabinieri d’origine abruzzese trasferitosi in Istria negli anni ’30, dove risiedette e prestò servizio fino al termine della II guerra mondiale quando venne occupata dalla Jugoslavia. Ivi conobbe la madre, Maria Zuccon, istriana del luogo. Negli anni della guerra la famiglia materna fu colpita da due tragici lutti: nel settembre del 1943 il nonno di Sergio, Giacomo Zuccon, fu sequestrato ed infoibato da partigiani titini (i suoi resti verranno in seguito recuperati, assieme ad altri, nella foiba di Terli dai Vigili del Fuoco e riconosciuti dall’altra figlia Anna). Alcune settimane dopo, anche lo zio Giuseppe, fratello della madre, messosi alla ricerca del padre di cui non si avevano più notizie, cadde in un rastrellamento dei militari tedeschi che, scambiandolo per un partigiano o disertore, lo passarono per le armi.
A seguito di questi fatti e della seguente occupazione dell’intera regione da parte delle milizie iugoslave, i genitori di Sergio decisero di rifugiarsi presso i familiari del futuro marito a Chieti, dove subito dopo si sposano e dove nascerà nel 1952, Sergio. Quando Sergio aveva 14 anni, la famiglia Marchionne si sposta ancora, emigrando in Ontario, Canada, dove si era già stabilita, esule dall’Istria, Anna Zuccon, zia materna di Sergio.Mostra tutto
Massimo Cascone ‎@Criticart Potresti essere più chiaro nell’interpretazione di quello che hai raccontato?Scusami,ma non ho capito bene cosa vuoi dimostrare.
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‎@ cascone -Non credo ci sia molto da capire, basta dividere il discorso nelle sue parti. Marchionne è un esempio estremo per dire come tutti portiamo addosso la nostra storia che però quando diventa collettiva diventa altra cosa. Il tema …che solleva G R M è un tema serio perché apre comparazioni demografiche in cui un territorio con le sue irrisolte questioni ancestrali riguardo l’identità e la qualità di vita deve adesso fare i conti con la quantità . La demografia è questione seria nello studio geografico. Bisogna prendere coscienza che se non si affronta la questione in maniera scientifica e non solo di soggettività emotiva il tema potrebbe esplodere nelle sue condizioni non definite. Non credo si tratti di razzismo o di paura della diversità quanto di un problema di flussi e di qualità culturali. Un italiano all’estero oltre ad essere un mezzo per la produzione della merce è anche un rappresentante della propria identità . Così vale per tutto il resto del pianeta. Credo sia una questione delle scienze diplomatiche saper rimettere nella discussione globale oltre il numero e la conta anche la qualità culturale che quei numeri e quella conta contengono. Come dire c’è differenza tra uno straniero portatore di cultura violenta da uno straniero portatore di cultura sapiente. Dovrebbero essere gli emigranti stessi a creare sistemi organizzati nella separazione del male dal buono sociale. È questione di organizzazione e di capacità serie nel mettere in sistema un metodo per realizzare la sopravvivenza e il rispetto di tutto e di tutti. In sintesi non si tratta del fioretto domenicale per le buone azioni da compiere, ma di qualcosa di molto più adulto che le generazioni dei viventi sono costrette ad affrontare per forza o per amore. Tutto qui….Mostra tutto
Commenti molto interessanti.
@ Marco Dotti. Lo leggerò di certo e condivido che i cinesi sputano sempre, ovunque, e di tutto, dal catarro e quello che masticano, e quando non hanno nulla da sputare, lo trovano :-)))
@ Massimo Cascone. La Fran…cia oltre ai suoi ‘ex coloniali’ è sempre stata nazione che ha ospitato di tutto e di più a seguito della Costituzione venuta dopo la Rivoluzione Francese (si vedano i nostri ‘terroristi?) e non estrada, ma quello che è successo e succede alle ‘barriere’ non è cosa da poco ed è indicativo, come è indicativo che nella ‘libera’ Olanda la destra xenofoba stia aumentando, perciò temo ci si debba preparare al peggio… prima o poi.
@ Bacco. Che il livello di preparazione di certi stranieri sia buono non ci piove e che esistano realtà in cui il volano gira nel giusto è verissimo. Bene o male anche qui in Romagna i più sono inseriti, anche se certi albanesi o romeni non ci mettono due secondi a scassinarti casa, così come sono quelli del’est a gestire la prostituzione e la droga lungo la costa con la mafia russa che guida il gioco mediante galoppini, appunto, sempre albanesi, romeni, macedoni etc. avendo scalzato le nostre mafie, che più di tanto mai avevano attecchito, se non tramite un qualcuno messo al domicilio coatto nella nostra zona. Anzi, dirò di più, oggi sono molti gl’italiani che lavorano a libro paga dei russi.
@ Vesna. Tu puoi dire tutto ciò che vuoi. Tu sei bosniaca, quindi ti è consentito tutto dopo quello che è successo là dal 91 al 95.
@ Simone. Concordo che il fenomeno migranti è più gestibile in provincia che nelle grosse città , non a caso in Francia le cose succedono a Parigi, mentre, paradossalmente, a Marsiglia, che conta il numero maggiore di immigrati arabi magrebini dell’intera Europa (si parla di 200.000 su 800.000 abitanti, quindi 1 a 4) non succede alcunché… sebbene, pare, le cellule di integralismo siano collocate in detta città (ma forse proprio per questo non succede alcunché, visto che lo fanno succedere altrove).
@ Antonella. I Rom saranno quelli che verranno maggiormente, da adesso in poi, penalizzati, e questo succederà non solo in Francia ma ovunque. La tendenza è questa. Non possono più vivere in un’Europa strutturata in questa maniera popoli-etnie nomadi. Saranno gli Stati o a integrarli con le buone oppure a mandali via con le cattive. Il nomadismo, come l’accattonaggio, non passa e sempre meno passerà … ma non è una questione di tipo ‘razziale’, bensì legata strettamente ai processi socio-politici-economici in atto. I Rom sono solo una spesa, ‘destabilizzano’ e non sono gestibili (“vivono di un parassitismo totale, improduttivo e non tassabile”), quindi, o bene o male, si provvederà in tal senso, e ciò sta avvenendo anche nella ‘non violenta’ Svizzera. Ovvio che non sono io a dirlo, sono i dati di fatto. La mia è solo un’analisi di ciò che sta avvenendo, lontano da me pregiudizi in tal senso, visto che coi Rom ho anche lavorato a livello artistico.
@ CriticArt-Antonio. Molto bello questo tuo racconto, e molto indicativo.
‎@Criticart ..è verissimo quello che hai detto!!..è come tu stesso hai mensionato ognuno di noi porta unil background culturale ke riguarda la tua discendenza e d’identità ,
ove cultura, religione, abitudini e pregiudizi fanno da maestro…!!…
Di conseguenza…dobbiamo rieducare il pensiero in questa società sempre in evoluzione, ma con ancora dei retaggi, su una dottrina che esorta il riconoscimento parallelo della differenza ed equità di tutte le culture.
Non è ancora cosa facile.!! Promuovere..in modo positivo…ed eteogeneo lo sposalizio di una società multiculturale…nel rispetto
Ove vige l’intelletto lla convivenza comune è la norma!!
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