Cara Michelle ex Tania o Anita, nella tua lettera trovi tutta la mia solidarietà per condivisione destinale di scelte di vita di fede nell’arte e di critico guerriero contro i falsi amici, i millantatori di professione e le canaglie che in Italia proliferano come virus Trojan. In Francia l’idea di una Jeanne d’Arc vive ancora e una buona parte mi è rimasta attaccata nelle ossa. Nel tuo viaggio costruttivo elenchi tra le tante partecipazioni formative anche TRacherArt di cui sono stato ideatore e organizzatore insieme a due strani individui di cui uno si spaccia per artista, ma sarebbe capace di vendersi la madre pur di dare « illusione ottica » alla sua vanità. Privo di qualunque coscienza e scrupolo questo strano meccanismo della natura mi ha insegnato a guardare caino con simpatia. Di solito cara Michelle le persone dall’aspetto maligno sono portatori di sfiga… bisogna guardarsene. Compito della critica è anche saper selezionare il buono dal falso. Artisti che si vendono per un piatto di lenticchie e che non sono artisti ce ne sono a iosa. Editori arraffatutto che pur di aver quattro soldi in saccoccia offrono le loro pagine a scultori senza anima, a carrozzieri che non sanno neanche lontanamente cosa sia l’arte, a parrucchieri per signore, a vinaie racchie che le ascolti ai convegni nella lettura di un testo pappapappa inviato da un giovane critico con l’anima rampante e ti accorgi di essere arrivato alla fine di tutto ; che hai gettato la vita in mano alle canaglie e che non c’è più possibilità di riscatto. Allora ripensi a Julian Beck, al Living, alla Torre, a Licola, a Parco Lambro, a Woodstock, ai Tondelli ai Majakovskij bolognesi uccisi da CHI, ai tanti amici di viaggio e di studio che dormono sulla collina e pensi… e aggiungi in finale, Perepè. Grande Mozart. Chi possiede la scrittura, cara amica, possiede tutto. Uno nasce e poi muore, il resto sono chiacchiere. È Il mio motto. D’altra parte, La filosofia del fumetto è stato uno dei tanti nostri impegni passati. Ciao non demordere… A. P.

Gentili amici
Per molti anni mi avete chiamata Anita, senza conoscerne la genesi e le speranze. Anita se n’è andata e, in un certo senso, ha deciso in autonomia di porre fine a una lunga performance identitaria. Mi avete chiesto in molti le ragioni del cambiamento, ma nessuna trasformazione ha per oggetto niente di più vero che il cambiamento stesso.
Un vento primaverile che nemmeno la crisi può fermare.
Ho cambiato nome, stavolta in modo deciso e radicale. Chiamatemi: Michelle Anais Allori
Per piacere, cambiate anche il mio nome anche sul telefono

Tania Giuga R., Il Mio Nome, Naturalmente. Mai piaciuto. Hanno sempre sbagliato tutti a pronunciare il patronimico, per non parlare di quella brutta copia della Barbie (Tanya con la y, Quella Tanto bella da Guardare …). Tant’è che ho deciso di ribattezzarmi prima Anita Tania, poi, dopo una serie di straordinari disastri, Anais Michelle Allori …
Un paragone azzeccato: esteriormente curiosa e randagia come un felino, internamente scomposta come il ritratto di Nush Eluard. Ottima studentessa DAMS, indisciplinata Intellettuale, critico d’arte viscerale, curatrice visionaria, poetessa prolifica, avara narratrice di storie. Divoro quelle pagine (vedi Braci di Sándor Márai e, agli antipodi, Altri Libertini di Tondelli) Finis Austrie che arrivano alle ossa con coltello e forchetta, per risalire uno carezzare la pelle del mondo. La cultura, d’altronde, è come le buone maniere: si dovrebbe interiorizzare a tal punto da riuscire a esibirla con disinvoltura.
Informazioni personali:
Chi è Anais Michelle Allori? Una bugiarda, come tutti i critici; affettuosa come ogni “curatore”. I’m joking of course. Anais Michelle Allori predilige gli eteronomi che le permettono di avvalersi di un doppelgänger letterario e poetico. È impegnata sul fronte dell’Estetica visiva come curatore, giornalista di settore, ma anche poeta, scrittrice, saggista. Tutto questo può apparire vivacemente impegnativo; difatti così è. La muove una volontà quasi militante di avviare strutture di lavoro grazie alla quali articolare ulteriori progetti curatoriali, pur situandosi ai margini del Sistema delle Arti. Questa residenza periferica (Catania) le consente, comunque, un certo distacco; vantaggioso a osservare l’arte del presente in una privilegiata sintesi d’insieme. Nondimeno, tutto ciò rafforza la sua consapevolezza che c’è un diktat da rispettare: cogliere, dove si dia, l’occasione di lavorare a fianco dei maggiori esperti della scena artistica europea, afferrando le occasioni di scambio per corroborare un percorso oggigiorno complesso e multiculturale.

Anita Tania Giuga prima e Anais Michelle Morelli poi, è critico d’arte e specialista in Beni e comunicazione culturali, ha seguito per due anni il dottorato di “Estetica e pratica delle Arti” dell’università di Catania. Ha collaborato al dipartimento di Psicologia dell’Arte del DAMS di Bologna e insegnato all’Accademia di Belle Arti di quella città. Ha frequentato il corso di 872 ore in “Promozione dei Beni culturali” presso l’ente regionale di formazione I.F.O.A. in Milano. Ha cominciato a scrivere per periodici locali all’età di diciannove anni (Il messaggero del Sud). È contributor per testate di settore come Juliet, Insideart (2008), Espoarte, art a part of cult(ure), Giudizio Universale, Demetra, Golem, Ragioni (domenicale culturale de “Il Riformista”). Quanto alla poesia, ha curato performances, vinto premi: AA.VV. Il segreto delle fragole, Lietocolle, 2012; Prosa poetica, Fara Editore ed. 2007; finalista Poesia di Strada, XI edizione, 2008. La lirica “Omero” è stata segnalata sul mensile internazionale di cultura poetica “Poesia”. È presente nelle antologie poetiche e letterarie “Lettere_a te”, Samuele, 2012; “Retroguardie” (AA.VV., a cura di Ivan Pozzoni, pgg.220, 978-88-95881-06-5), “Memorie dal sogno”, “Sicily black”; “Io, gli altri”. Assieme a Egidio Cacciola, è autrice del romanzo Il padre manca (A & B Editrice). Rimarchevoli le esperienze come curatore in visita alla Fondazione Antonio Ratti a Como (1-23/07/2008), dove ha preso parte al XIV Corso di Arti Visive, visiting professor Yona Friedman e la partecipazione a “Picnic al Tempio #5 Costruire Texure/Building Texture”, curatori Mario Lupano, Marco Navarra, Alessandro Rocca (workshop internazionale di design e costruzione, maggio 5/10/2009; ultimamente è stata segnalata nella rosa dei partecipanti del convegno nazionale sulla nuova critica d’arte “Tracker Art 2011” (Termoli) e a prendere parte al III CORSO DI STUDI POLITICI E CULTURALI nell’ambito del Progetto Culturale: “Italia 150. L’Unità da ritrovare”, Direttrice del Corso Chiara Màrgani, Accademia Nazionale della Politica (a cura di), sul tema “Le città del futuro. Nuovi linguaggi artistici e architettonici: visual art, concept e urban design”; 06 Giugno 2011 (S.Teresa – Ragusa Ibla), insieme ai proff. Antonio Mercadante e Marco Vozza. L’ultima iniziativa, in ordine d’importanza, è stata “MEATing art From Palermo to Venice”, un group show di artisti siciliani e stranieri che ha inteso favorire il dialogo fra città diverse in spazi para istituzionali.