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Gentilissimo Antonio,

Come ti accennavo per telefono m’interessa tutto ciò che è anima, l’anima è anche cultura e che cultura, è esperienza profonda di vita.

Viviamo in un periodo dove l’arte è un prodotto soggetto alle regole del mercato e dell’industria con il solo fine di “creatività”, l’anima è messa da parte, (non produce ricchezza economica…).

 Due facce inseparabili per la sopravvivenza dell’estetica, l’anima e la creatività, sono esigenze archetipiche dell’uomo, un’aspirazione verso il divino.

E’ indispensabile un equilibrio tra etica ed estetica.

Paradossalmente oggi, in quest’epoca piena di velocità d’immagini, di virtuosismo, c’è bisogno di “anima”.

Punto il dito contro l’arroganza del potere economico e politico all’estremo conformismo, alla piattezza spirituale, al “palazzo”.

La piazza luogo ove s’incontrano anime di diversa intensità, ma egualmente vive, è scomparsa e con essa la scomparsa dell’estetica.

La creazione artistica si è fatta sempre più autoreferenziale, arroccata all’interno di “palazzi privati”, (ove per entrarci si deve pagare), nemici della collettività.

Personalmente voglio tornare al tempo del sogno, dove regna il nulla, dove tutto entra, dove si custodiscono segreti, dove il colore scorre a fiumi, le immagini si concretizzano per incanto e scorrono via come acqua, dove gettare mille semi per ottenere un sol fiore, dove c’è abbondanza d’anima, abbondanza di realtà.

Mario serra