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Partendo dal presupposto che il progetto nel quale mi trovo coinvolto, richiede un tipo di operazione artistica legata ad  interventi sul territorio, ho sviluppato il mio progetto seguendo una logica più simbolica che reale. Cioè partendo dall’idea di intervenire sul paesaggio in questione, sono giunto ad una sorta di teatralizzazione del processo dell’intervento, ho giocato sul dato della finzione teatrale per rendere a sua volta  vera l’operazione.
Il mio percorso sta nel presupporre di individuare una parte di paesaggio, ritagliarvi e prelevarvi un quadrato di terreno/prato ed utilizzarlo come campione, referente di una  unità di un tutto, sul quale, successivamente, ricontestualizzare il senso dell’opera collocandola  nel centro storico della città, intervenendo  artisticamente.
In pratica è come se venisse traslato il campo dell’operazione, un po’ come se ci si portasse in laboratorio il campione da analizzare (in questo caso la parte  su cui  intervenire), considerando,  l’intervento artistico, partendo già dal concetto del gioco e dello sfasamento dei luoghi (paesaggio/centro, interno/esterno ecc.) Proprio come avviene in teatro, dove simulacri e simboli concretizzano il mondo della rappresentazione, e quindi o ciò che è finto diventa vero fin quanto si è nella grigia della finzione alla quale tutti sono coscientemente consapevole di partecipare. Invece che intervenire sul paesaggio reale, che mi discostava dall’idea del centro storico, porto io l’idea del paesaggio all’interno del centro abitato, della costruzione, creando una sorta di cortocircuito percettivo, attraverso l’inversione, anche storica, del processo di “urbanesimo”  sempre, storicamente,  “conflittuale” con il mondo confinante della campagna.  Tecnicamente si tratta di un quadrato di prato finto, circa 25 mq., sul quale piovono dal cielo una serie di gocce d’acqua (gocce finte di plastica trasparente) e più in la, sempre sul prato, un’asta che regge due flebo  che attraverso tubature in plastica, portano/prendono succo al/dal terreno. Inoltre parte dell’istallazione, sarà un’immagine (con dei numeri o codici di riferimento) raffigurante una parte del paesaggio circostante di Spoltore, con una segnatura che dovrebbe indicare (sempre simbolicamente) il punto in cui viene sottratto il prato  sul quale si interviene.
Nicola  Macolino