A dieci anni ho scoperto che volevo fare il giornalista. Il merito, o il demerito per chi non mi sopporta, è della maestra Cosma Serchi, che in quinta elementare volle fare il giornalino di classe. La scuola era quella di Arbia scalo, una frazione del comune di Asciano, in provincia di Siena. Era il 1967 e avevo appena dieci anni. Mi piaceva scrivere e la maestra ci insegnò a fare il giornalino di classe. Il primo articolo? La morte di Luigi Meroni, avvenuta il 15 ottobre, il giorno del mio decimo compleanno. Le pagine di quel giornalino erano i fogli a protocollo a righe e le foto erano disegni. Capii che da grande avrei fatto il giornalista. O meglio, avrei provato a fare il giornalista. Sognavo di farlo in un quotidiano locale o alla Gazzetta dello Sport. Ho centrato l’obiettivo, ma non è stato facile.
Nel ’77 ho fatto un periodico, “Siena nord”, che prendeva il nome dal quartiere dove vivevo. Ma la svolta avvenne l’anno successivo quando il Psi decise di affidarmi la redazione di un mensile di area che si chiamava “La Gazzetta di Siena”. Un’esperienza molto formativa affiancata all’esperienza di direttore dei programmi di Antenna Radio Esse, un’emittente privata ricca di informazione. Poi, a fine ’82 nasce Tvs-televideosiena. Ha gli studi all’Osservanza, in un convento. Il contratto di affitto viene rotto quella notte che venne trasmesso un filmino osè. E’ in quegli studi che viene trasmesso il Palio alla moviola. Suscita critiche  ma anche consensi.
Si arriva all’86, quando il coraggioso editore del Corriere dell’Umbria decide di aprire una redazione a Siena e di lanciare il Corriere di Siena. Vengo coinvolto nell’iniziativa e quando Federico Fioravanti lascia la guida della redazione vengo incaricato di guidare il battagliero gruppo di redattori. Il giornale cambia editore e si arriva al ’93 quando le vicissitudini giudiziarie del proprietario portano alla chiusura del Corriere. Rinasce due anni dopo grazie ad una coooperativa, sostenuta dagli artigiani della Cna e dalla Confesercenti. Intanto mi faccio un’esperienza di sei mesi alla Rai di Firenze, dove mi accolgono con due giorni di sciopero audio e video. Il cdr, l’organismo sindacale dei giornalisti, dice che sono lottizzato. Hanno ragione, ma in quella sede Rai hanno vinto tutti il concorso? Nonostante l’avvio, trascorro sei mesi belli ma dopo mi rituffo sul quotidiano. Con tanta fatica, insieme a valorosi colleghi, il Corriere riparte. E va.
E dal primo gennaio del 2009 sono vicedirettore di questo gruppo. E mi vengono in mente la mia scuola di Arbia, la mia maestra elementare Serchi e l’insegnante di italiano di prima e seconda media, Pallesi.