S E M I N A – S O W I N G  2002-2007

Giuseppe Siano

 

Marco Cardini presenta a Venezia una performance la cui peculiarità è interagire con un nuovo linguaggio elaborato dal computer. Il suo intento è quello di creare un ulteriore nesso concettuale con l’opera di Beuys rimasta progetto, dal titolo Semina Montana – Operazione elicottero. L’artista si avvale delle nuove tecnologie d’informazione per mezzo delle quali i movimenti, ripresi da una videocamera, sono tradotti in linguaggio-segno sul computer. I programmi usati sono elaborati dal computerART Lab del C.N.R. di Pisa e sono nati dalla collaborazione di Cardini con questo centro. PAGe (Painting by Aerial Gesture) è il sistema informatico che l’artista impiega nelle sue performance, e che ha suscitato interessi anche per le possibili applicazioni in psicologia.

Con Cardini si è indotti a riflettere non solo sui media tecnologici, portatori questi di nuove forme di trasmissione di informazioni e creazione di nuove strutture linguistiche, ma anche su una nuova forma del racconto estetico.

L’evento principale risiede, infatti, nell’azione linguistica, che è la chiave per decodificare qualsiasi messaggio: ovvero adoperarsi affinché le informazioni che sono organizzate all’interno della struttura, e sono in attesa di essere tirate fuori, vengano riconosciute o usate.

Al centro dell’arte concettuale, come di quella dei computer vi è l’informazione e il suo modo di organizzarsi come messaggio con o senza interferenze.

L’artista usa il gesto o alcune sagome o un «pennello» elettronico o la propria mano virtuale come portatori d’informazione, e usa il programma della macchina come rivelatore d’informazione.

La storia che Cardini costruisce, attraverso un proiettore su di uno schermo, non è altro che un modo diverso per produrre nozioni e apprendimento; come ad esempio il sistema formale «p g –» di Douglas R. Hofstadter che ci rivela un metodo in base al quale una qualsiasi sequenza si rivela ai nostri sensi attraverso il riconoscimento, basta saper osservare se essa (sequenza) composta da numeri suoni o parole — chiamata, per intenderci, dai matematici stringa —, diventa poi un assioma oppure non lo diventa. Quando vi è un assioma vi è anche un punto di partenza, e il programma diventa costruttore di un dispositivo d’informazione che si replica. Il processo di  feedback [o retroazione] di un programma è simile al riconoscimento di un nuovo modo per palesare un racconto estetico, e oggi induce a pensare subito al nuovo mondo dell’arte digitale fatta con, attraverso o sul computer.

Cardini, nella sua performance, spinge a riflettere non solo su come l’informazione insita nei movimenti umani è tradotta in un linguaggio di segni per un computer attraverso dispositivi logico-visuali, ma, anche, — e questo mediante un proiettore d’immagini su un grande schermo — come qualsiasi azione può diventare un linguaggio decrittato all’interno di un sistema logico con cui un programma (che oggi è considerato un dispositivo perché appartiene a una struttura di calcolo di una macchina) interpreta e costruisce il proprio racconto. I segni proiettati sullo schermo e le sonorità che si diffondono diventano, così, il messaggio di un’azione performativa fatta dall’uomo per essere decodificata e amplificata dal computer.

L’importante non è solo trovare forme logiche e dispositivi con cui raccontare il mondo, per Cardini vi è anche un messaggio concettuale che prosegue la riflessione di Beuys sull’arte: fare in modo che essa sia vissuta come un racconto della vita e la vita come sentire e realizzare la libertà nell’arte. Ecco che tutto ciò che è contemporaneo si piega al nuovo racconto concettuale e d’impegno personale e sociale, e tutto in mano all’artista è medium per costruire un discorso plastico che altrimenti potrebbe essere narrato con un flusso di parole.

Marco Cardini è, pertanto, un autore che attraverso la cibernetica evidenzia una nuova esperienza artistica che si avvale delle nuove forme del racconto prodotto con la luce, e per mezzo della quale i movimenti diventano le strutture informative di un nuovo racconto nel computer.

Egli, attraverso il suo programma, crea immagini sonore d’ambiente, che fluttuano e danzano come liberi componenti indipendenti di musica astratta, e che cercano l’effetto di sonorità visive più che di accordi, che a volte prendono ispirazione dai suoni-rumori di oggetti, dal lancio di armi letali verso delle balene fino all’elicottero che sorvola le alte vette per seminare un atteggiamento verso la vita e la conservazione della specie, messaggi questi presenti sia nelle sue  performance sia nella sua olo-poesia.

L’ascolto delle sue progressioni sonore nelle sue performance, se volessimo dividerle dalle immagini, andrebbero considerate come audizione di sequenze sonore d’ambiente free, sospese, senza schema, libere da accordi e da figure che si riferiscono a ben precisi segni musicali. Tutto si svolge, così, in uno spazio-tempo relativo, dove il  sentire immediato e il coinvolgimento emozionale non inducono ad usare una serie o una sequenza ritmata o melodica o armonica di figure retoriche musicali convenzionali.

La storia organizzata da Cardini ripercorre il progetto di  seminagione di Beuys. Da una parte il progetto del 13 maggio 1984 di Beuys, questi avrebbe dovuto con un elicottero sorvolare vette inaccessibili e lanciare sulle alte montagne dei semi chiusi in sacchetti d’argilla e avvolti in pezzi di garza, confezionati da ragazzi alfabetizzati, e dall’altro il racconto di Cardini che coinvolge la sinestesia con cui si cerca un nuovo linguaggio universale del racconto, dove suoni e parole e movimenti si trasferiscono nel luogo simulato di un processo cognitivo, che si trasforma in uno spazio-tempo concettuale e visuale dell’evento. Tutto è propedeutico a determinare un comportamento universale; ovvero dovrebbe indurre gli uomini verso la fratellanza e l’amore, o, meglio, verso una glossolalia, o lingua universale, dei sentimenti.

L’uomo, oggi, in sempre più campi del sapere e della organizzazione del lavoro si fida del calcolo delle macchine, anzi, gli stessi suoi sistemi produttivi e finanche le capacità che si elaborino programmi di sviluppo e di economia sul nostro pianeta sono affidate al calcolo di elaboratori. Marco Cardini usa, invece, le macchine per raccontare la patologia distruttiva che potrebbe sorgere da un sistema formale. ( I conflitti e le guerre che si generano sono la contrapposizione della Vita contro la morte, parafrasando la raccolta di saggi dello psicoanalista Norman O. Brown. L’unico modo per uscire dai conflitti nevrotici è seguire il processo di  sublimazione dell’energia non scaricata, così come tracciato da Freud, che vede utile questo procedimento per la riconquista di un equilibrio attraverso le tre possibili forme di eiezione energetica senza l’oggetto reale di un desiderio — la religione, l’antropofilia e l’arte —, tutte e tre presenti nel progetto di Beuys e riprese dall’artista, performer.

I semi di luce diffondono i nuovi racconti che stanno cambiando radicalmente il nostro vivere da umani: siano essi creati da uomini col computer, o da programmi che sviluppano autonomamente immagini e/o segni, o, generati da  performance in cui interagiscono l’uomo con la macchina. Basta anche che si assista al solo ruotare di linee e di punti nello spazio a più dimensioni sul monitor, che, per Marco Cardini, si è in un nuovo ambiente linguistico interattivo e, pertanto, bisogna tener conto che per fare arte ci si avvalga di strutture logiche, organizzate in dispositivi, con cui strutturare un racconto già presente in questa forma nel nostro ambiente quotidiano. Egli rende evidente ciò quando trasforma in opere coeve quei segni elaborati col computer, ripresi dalle sue performance e trasferiti su un supporto cartaceo, a cui l’artista aggiunge alcuni interventi di ritocco eseguiti a mano, con grafite, per sottolineare la continuità tra il segno-gesto della mano e la elaborazione linguistica in movimenti-segni della macchina, riprodotti da un plotter o da una stampante.

Marco Cardini è anche autore di opere concettuali astratte prima create sul computer, dove un’isola logico-formale in forex è collegata da tubolari in acciaio con altre isole logico-formali e, tutte, auto-organizzate in modo olistico in circuiti-segni di informazioni, i cui piani irregolari spesso sono configurati con le asperità della quarta dimensione.

I semi naturali di Beuys e quelli tecnologici di Cardini vogliono far radicare le stesse piante nella coscienza degli uomini: la ricerca di un continuo equilibrio (omeostasi) tra ambiente e uomo, senza i traumi delle guerre o della cecità del progresso. Con Cardini siamo ancora nella scia tracciata dall’«Azione Terza Via» che, con questo artista, si riveste del segno dell’informazione per dialogare con l’umanità nel linguaggio delle neo-tecnologie computerizzate.

cardini.jpg