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7 agosto 2009

Caro Antonio,

come forse già saprai, nel numero di giugno 2009 del mensile campobassano “Il Bene Comune” è apparso un misterioso articoletto a mia firma dal titolo “Ai lettori de Il Bene Comune”.

Si tratta della mia definitiva risposta al tristissimo “Dovere di replica” che nel gennaio scorso fu pubblicato su quel giornale dall’“Associazione Limiti Inchiusi”. I signori di quell’Associazione si sentirono in dovere di replicare al mio articolo “Ho conosciuto Ernesto Saquella”, nel quale non erano minimamente presi in considerazione, e le loro parole furono causa di molta sofferenza. Allo scopo di difendere il nome del carissimo Ernesto, morto pochi mesi prima, decisi di invitarli ad un confronto. Non ricevetti alcun riscontro.

Pensa che, a proposito del mio articolo su Ernesto, uno dei più strenui sostenitori d’oltreoceano di quell’Associazione si era così espresso in un messaggio del 23 gennaio 2009: “…ieri è arrivato a casa ‘Il Bene Comune’ col tuo articolo su Saquella. Molto apassionato, di piacevole lettura e alla fine tutti noi domandiamo: perchè non abbiamo conosciuto Saquella in più??? In quelli pocche ore che abbiamo trascorso insieme, lui mi ha trasferto un senso di inteligenza, di profondità, che non si può eguagliare. Hai fatto bene di scrivere tutto che hai scritto. La gente bisogna conoscere un pò della grandezza di Ernesto. Grazie, Antonio, di sverlarci tante verità… Tante cose su un uomo veramente grande. Resta molto chiara la condizione di interlocutore, di Ernesto in rispetto a te. E ora mi domando: come ti senti senza questo punto di riferimento, questo specchio intelettuale con cui parlavi ??? Posso imaginare la tua pèrdita… ”.

Parole e sentimenti assai contrastanti con quelli espressi pubblicamente e contemporaneamente dai suoi amici del Molise.

Ora, qual è il bilancio di quest’amara vicenda, dell’infantile imboscata messa in atto dai signori della “Limiti Inchiusi”?

Ernesto era e resta ciò che è stato; i signori della Limiti Inchiusi sono e restano ciò che sono stati e saranno; io resto ciò che sono e sarò; la Verità, una, quella che fa riferimento ai fatti, è e sarà sempre la stessa e nessuno potrà mai modificarla.

Tornando al mio “Ai lettori de Il Bene Comune”, che sono riuscito a pubblicare solo facendo ricorso alla legge (art. 8 L. n. 47/1948), siccome è stato pubblicato mutilo e con dei refusi – tanto che nel successivo numero de “Il Bene Comune” (luglio/agosto) è stato necessario pubblicare un “errata corrige” – lo allego alla presente nella sua forma corretta, ricomponendo il puzzle per i pochissimi ai quali potrà interessare.

Un cordiale saluto

AntonioPA

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Ai lettori de “Il Bene Comune”

Risposta al “Dovere di replica” pubblicato a firma dell’“Associazione Limiti inchiusi” ne “Il Bene Comune” del gennaio 2009

 

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Non intendo dar seguito alla polemica innescata dai signori dell’Ass. Limiti inchiusi in quanto ho già risposto con una lettera inviata a loro, e per conoscenza ad altre persone al corrente della vicenda, il 13 febbraio scorso. Nella mia lettera invitavo quei signori a presentarsi con i loro nomi e a confrontarsi direttamente con me, ribadendo la veridicità di ogni affermazione contenuta nell’articolo Ho conosciuto Ernesto Saquella e l’arbitrarietà del loro Dovere di replica in quanto non chiamati in causa nel mio articolo. Il silenzio trimestrale e il rifiuto di un confronto diretto mi autorizzano a ritenere chiusa la vicenda, con esiti inequivocabili. Questa breve risposta è, quindi, dedicata ai lettori de Il Bene Comune i quali, come me, hanno subìto l’aggressivo e inopportuno Dovere di replica.

Tutto nasce nei primi mesi del 2007, quando, a sostegno dell’idea contenuta nel manifesto di Mario Serra, Ernesto Saquella pubblicò degli scritti in cui chiedeva ai committenti della mostra Fuoriluogo11 – quindi, non all’Ass. Limiti inchiusi – se avessero ben valutato la scelta di affidare a dei non professionisti dell’arte l’evento di ricognizione storico-estetica sull’arte molisana degli ultimi 200 anni. Ernesto Saquella fu, inoltre, citato in un articolo apparso ne Il Bene Comune del Febbraio 2007 (Fuoriluogo: polemiche e prospettive) al quale chiese di replicare, poiché travisava del tutto la sua posizione nella vicenda. Il 10 marzo presentò la sua Replica, ma il Direttore del giornale non la pubblicò. Ai suoi scritti non ci fu alcun riscontro, a parte calunnie su vari blog e, ora che non può più rispondere, il Dovere di replica dell’Ass. Limiti inchiusi.

Dal 2003 al 2008 ho scritto per Il Bene Comune 27 articoli di cultura varia, di cui 5 a beneficio dell’Ass. Limiti inchiusi. Ai membri della stessa Associazione ho, inoltre, dedicato più di 20 articoli su altre testate regionali ed extra regionali. Sempre alla stessa Associazione ho presentato l’artista Antonio Davide, protagonista di due mostre allestite gratuitamente alla Galleria dell’Ex ONMI. In cambio di tutto questo, ho ricevuto il Dovere di replica, pubblicato ne Il Bene Comune con il benestare del Direttore (che me ne diede notizia a giornale pubblicato). Stupito dalla cattiveria contenuta in quello scritto ho chiesto di replicare in difesa dell’amico morto pochi mesi prima. Il 12 febbraio, come da appuntamento concordato via email, ho portato la mia Replica in Redazione, ma anche questa volta il Direttore non l’ha pubblicata.

Vivo da più di 6 anni in questa regione senza chiedere nulla ma dando senza condizioni a chiunque chieda, quindi posso dedicare a questi signori le parole che Giuliano Imperatore indirizzò agli antiocheni nel lontano 363: “Io stesso sono la causa di tutti i miei mali, per aver elargito benefìci a degli ingrati. (…) D’ora in poi cercherò di essere più accorto con voi; gli dèi intanto vi ripaghino della benevolenza nei nostri confronti e della stima di cui ci avete pubblicamente onorato”.

Antonio Porpora Anastasio, maggio 2009

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Caro Antonio Porpora sai quanto era affezionato ad Ernesto Saquella, di lui condividevo la visione del mondo e la sua potente messa in campo dell’arte. Dei signori di cui scrivi non nutro molta stima. Si spacciano per artisti senza avere nessun valore che ammetta questa loro illusione alla considerazione di chi non gradisce poverezza d’animo e sofferenti capricci infantili. Credo oltre qualche “critico” compiacente e che a scavare profondo si possa ritrovare un sottile interesse che esuli dalla valutazione sincera e professionale della loro “ricerca” estetica, i signori  abbiano in godimento pochi riscontri che possano permettere un giudizio valido riguardo a  quello che loro, solo loro, dicono di essere. Questi signori lavorano di maleficio come metodo, al pari  delle comari nei paesi oppressi; riconosciute maestranze del sentito dire e della calunnia indiretta. Caro Antonio questi individui non hanno a curricula neanche un solo giorno di riconoscimento accademico, vale a dire non sono mai stati, se non uno di loro  per la parte tecnica dell’arte, in un’accademia e si spacciano a guisa di alcuni comici cinematografici per sapientoni evitando accuratamente ogni possibile confronto, contraddittorio, con le parti che offendono. Sono risapute le loro diatribe con molti artisti di cui, ironia della sorte, ho letto sul giornale che citi, l’encomio funerario emesso proprio da questi approfittatori dopo che li avevano infamati saporitamente in vita. Così hanno fatto con Mastropaolo così con Saquella. Così continueranno a fare se non interverrà nessun addetto responsabile serio a vietarglielo e a mettere nel giusto posto dove quest’arte della domenica  merita di stare. Personalmente con uno di questi signori ho aperto un contenzioso che spero prima o poi avrà un risultato concreto nelle procedure tempistiche della giustizia. Se vuoi il mio spietato parere oltre persona, posso dirti che non sempre in arte le opere sono ad appannaggio solo della qualità espressa dalla pittura o dalla scultura, ma spesso, come i grandi estetologi insegnano, le opere sono portatrici di energie fauste o infauste. Decidi tu in quale categoria assegnare la collocazione della roba prodotta da questi signori. Tuo A.P.