L’altra mattina il mio caro amico di Napoli mi chiama e mi dice: sai ho terminato il libro di palandri che avevo cominciato a leggere nell’80…. Mi è piaciuto molto; non me lo aspettavo….
rispondo: ci hai vissuto dentro tutta una vita e adesso ti ricordi di terminare il libro che ci rappresenta? Sei strano, ma il miglior strano creativo io conosca al mondo.
Anni fa, molti anni fa, quando ancora esistevano i rullini e le pellicole da incastrare nei corpi delle macchine fotografiche, decisi di realizzare una serie di scatti da sviluppare con un rimando di almeno vent’anni. Di anni ne sono passati oltre trenta. I rullini sono in qualche valigia in soffitta. Un numero esagerato, settanta, forse, in attesa di sviluppo (non so se si potrà ancora fare, sarà arduo trovare qualche studio che possegga la camera oscura e un fotografo che sappia recuperare al meglio la qualità scaduta della pellicola). Sono certo i rullini contengano foto di palandri con la barba, di tondelli con la barba, di eco con la barba, di fabbri rasato, calabrese con la barba, volli rasato. Foto di bologna; l’amante indiscussa di tutti. Forse le immagini che contengono quei rullini, dimenticati in soffitta, oltrepasseranno la mia consapevolezza di averle catturate. Comunque il gesto c’è stato, quelle inquadrature sono passate nella mia retina; se la memoria naturale non riesce a recuperarle, la memoria documento potrebbe farlo con una semplice decisionale volontà. Ma penso rovinerei qualcosa. Non so!, Preferisco la memoria resti ancora immobile. Non ancora patisco rimpianto. Comunque le immagini mai apparse sono vive e respirano in silenzio come il libro di palandri nella mente del mio amico. Se la lettura gli è piaciuta a distanza di tutti questi anni vuol dire eravamo una serie innocente di giovani “boccaloni” e che questo modo di esistere ci piaceva assai. Ci piace ancora adesso, ma non possiamo dirlo a voce alta.