Giugno 2006


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Quand on fait partie, comme Jack Beng-Thi, depuis quelques décennies du réseau de plasticiens qui, tels des écolos en politique, militent en périphérie des hauts lieux des arts plastiques pour faire entendre la voix des pays non privilégiés, se retrouver dans la sélection officielle d’une Biennale de plus, comme celle de Dakar, peut, vu de loin sembler anodin. Seulement il n’y a pas si longtemps cet artiste, ses pairs de l’océan Indien, de la Caraïbe, de l’Europe ou de l’Amérique n’avaient pas accès à cette manifestation, pour la simple raison avancée qu’ils n’étaient “pas citoyens de l’Afrique”, la première condition pour participer à la sélection . Une exclusion qui donnait des frissons à tous les descendants des ethnies victimes de la servitude, exilés dans le monde, revendiquant leur filiation avec le continent noir. “Avec les millions de déportés implantés ailleurs sur la planète réapparaissent avec force des affirmations de valeurs africaines, croisées, qui plus est, et enrichies d’autres cultures. Beaucoup font aujourd’hui le retour aux sources animant un mouvement de flux et reflux qui fait évoluer les consciences”, apprécie Jack Beng-Thi. A force de demandes répétées, les artistes de la diaspora africaine ont fini par être entendus et une demi-douzaine d’entre eux plasticiens célèbres des Etats-Unis (William L Pope, Kori Newkirk, Louis Cameron, Senam Okudzeto ), d’Angleterre (Keith Piper) du Brésil (Arjan Martins), avec le Réunionnais Jack Beng-Thi, ont eu cette année droit de cité à la Biennale du Sénégal présidée par l’Ivoirien Yacouba Konate.

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Un raro ritratto di Elisabetta I adolescente e’ stato scoperto dal mercante d’arte Mould  dopo 450 anni dalla sua realizzazione. Il dipinto, ‘Portrait of Queen Elizabeth I when a Princess’, sara’ esposto per la prima volta a Londra. Il ritratto e’ l’unico, insieme ad un altro appartenente alla collezione reale, a raffigurare la regina quando era una giovane principessa. Mould mettera’ il quadro in vendita per 1,16 milioni di euro.

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C’è ancora qualcosa di nuovo da cercare nell’arte?

di Brigida Di Leo

Oggi sembra essere sempre più difficile cercare qualcosa nel campo dell’arte, soprattutto se si procede attraverso i canoni tradizionali, dal momento che tutto sembra essere stato visto, o fatto. Quando fecero  la loro apparizione le prime istallazioni, le prime performance,  si ebbe la sensazione   che  un fermento fin troppo rivoluzionario si fosse diffuso nell’ambito artistico   e che la commistione di generi,   che prevedeva mezzi e materiali inusuali, dovesse portare al caos  completo  ed alla cosiddetta “morte dell’arte” e, soprattutto, lasciare  il tempo che trovava.

Si è poi   creduto, ed   oggi è una delle tendenze più diffuse, che l’arte  si dovesse cercare soprattutto nelle istallazioni multimediali, che svincolano  completamente dall’impegno   di aprire  un dialogo  tra l’arte cosiddetta  “ufficiale” o, come si diceva un tempo, “maggiore” e le cosiddette “arti minori”, tra le avanguardie  ed il kitsch,  tra l’arte e la quotidianità. A proposito di kitsch, ma anche di quotidianità, vanno ricordate le opere della serie Banality, realizzate alla fine degli anni ottanta da Jeff Koons ed esposte alla galleria Sonnabend di New York, alla Donald Young di Chicago ed alla Max Hertzler di Colonia. Le opere appartenenti alla serie sono sculture provenienti dal mondo del kitsch: realizzate in porcellana o legno dipinto, rappresentano un grande orso di peluche che abbraccia un  bobby londinese, Michel Jackson con il suo scimpanzé Bubbles ed un’immagine di Playboy con una donna in una vasca da bagno con la testa tagliata. Per questa serie Koons aveva preparato delle pubblicità per alcuni giornali, in seguito aggiunte alle opere in mostra, in cui egli veniva ritratto in situazioni verosimili, ma passibili di interpretazione o di giudizio, che dovevano suggerire quali sarebbero state le reazioni alle sue opere. Il suo rapporto con la quotidianità è evidente: dopo gli anni novanta l’artista si propone di cancellare i confini tra apparenza e realtà, tra arte e merce, tra superficie e profondità. In questo periodo comincia a lavorare con Ilona Staller, conosciuta attraverso i giornali pornografici che Koons acquistava per studiare come rendere   più tonalità possibili di pelle, quando stava realizzando la serie delle Banality. Nelle opere più recenti ha reso pubblico il privato, appellandosi al senso di non-colpa, di non-vergogna ed ha fatto  un’azione radicale:essendo stato tacciato di pornografia, ha affermato: “Io mi occupo del soggettivo  e dell’oggettivo. Il modernismo è soggettivo. Io uso il modernismo come metafora della sessualità senza amore. Il sesso con l’amore è uno stato più elevato, è uno stato oggettivo…nelle mie opere c’è comunque amore: questo è il motivo per cui non sono pornografiche”

 

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Giorgia barchetti, Brent Waterhouse ex aequo (Discipline comuni) Barbara Di Micco (premio speciale Granarolo), Fabio Farné (sez. Teatro), Giovanni Lasi (sez. Cinema/saggi), Federico Maddalozzo (sez. Arte), Luciano Schito (sez. Cinema/video) sono i vincitori della quinta edizione del Premio DAMS Festival 2006.Gran finale per il Premio Dams Festival 2006, che si è concluso, com’è consuetudine, con «La Notte DAMS», la serata di premiazioni e spettacolo nel corso della quale sono stati resi noti i vincitori del concorso e conferiti alcuni premi speciali. Al poeta, critico letterario e saggista Alfredo Giuliani il Rettore dell’Università di Bologna Pier Ugo Calzolari ha consegnato il Premio “alla carriera”. Mentre la compagnia teatrale Socìetas Raffaello Sanzio, interprete ai più alti livelli delle relazioni tra le arti, è stata insignita il Premio speciale “interdisciplinarità”. La serata di spettacolo è stata animata musicalmente dai solisti della Dams Jazz Orchestra, l’orchestra jazz dell’Ateneo bolognese, diretta da Teo Ciavarella.Tra le oltre 400 domande di partecipazione pervenute dai DAMS di tutta Italia, le varie giurie coordinate da Niva Lorenzini (presidente del DAMS di Bologna) e Paolo Granata (segretario del Premio) hanno individuato i vincitori per ciascuna delle sei sezioni del concorso.Il premio speciale Granarolo “Le arti per la vita” – istituito con l’obiettivo di individuare, tra tutti i partecipanti al concorso, un opera o un elaborato dal particolare significato etico e sociale – è stato assegnato al cortometraggio di Barbara Di Micco intitolato La Papera.Per la sezione Cinema, tra i riconoscimenti più attesi, la giuria presieduta da Michele Canosa ha assegnato il premio a Giovanni Lasi per la tesi di laurea dal titolo “La presa di Roma” (1905): un film di Filoteo Alberini, e Luciano Schito per il film Amore Frollo.Per la sezione Arte, aperta anche alle Accademie di Belle Arti di tutta Italia, la giuria presieduta da Renato Barilli ha assegnato il premio a Federico Maddalozzo, dell’Accademia di Bologna, per l’opera da titolo Maybe #2, ed a segnalato i lavori di Barbara Bottini, Jgor Cavallina, Alberto Di Cesare, Sonia Marinageli e Elisa Placucci, Massimiliano Nazzi, Fabrizio Perghem, Francesca Renolfi, Marco Strappato, Alessandro Wesch Per la sezione Teatro, la giuria presieduta da Marco De Marinis ha assegnato il Premio a Fabio Farné per la tesi di laurea dal titolo La voce in ascolto: le ‘scritture’ vocali nel teatro di Gabriella Bartolomei, ed ha segnalato i lavori di Daniela Vitarelli (Stefano Della Bella: disegni e incisioni per il teatro e lo spettacolo) e Francesca Scaglione (La donna nel teatro di danza di Pina Bausch). Piccolo colpo di scena nella sezione musica, per la quale la giuria presieduta da Paolo Cecchi, visionati gli elaborati pervenuti al concorso, ha ritenuto di non assegnare il premio. Infine, per la sezione Discipline comuni, la giuria presieduta da Piergiorgio Battistelli e Fernando Bollino ha premiato ex aequo gli elaborati di Giorgia Barchetti (L’illusione di realtà: analisi dei processi percettivi nel montaggio cinematografico) e Brent Waterhouse (Il tempo e le sue immagini. Dalla filosofia di G. Deleuze alla musica di G. Ligeti), ed ha segnalato i lavori di Simone Barnasconi, Gianluigi Ruggieri e Rebecca Amanda Snyder.

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La legge sul diritto d’autore tutela le opere appartenenti alla letteratura, espresse in qualsiasi modo o forma, purché dotate di carattere creativo, unico e sufficiente requisito per la nascita del diritto di autore.
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Indipendentemente dai diritti di utilizzazione economica dell’opera, l’autore ha e conserva, anche dopo la cessione di essi, una serie di facoltà, chiamate diritti morali, che sono regolamentate agli artt. da 20 a 24 della legge sul diritto d’autore.
Lo scopo del diritto morale è quello di proteggere la personalità dell’autore quale si manifesta nella sua opera, purché questa rientri tra quelle che possono formare oggetto di tutela.
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I modi attraverso i quali si ha la divulgazione dell’opera coincidono con la prima forma di esercizio del diritto di utilizzazione che, secondo la legge, può avvenire mediante stampa cartacea dell’opera, registrazione fonografica, rappresentazione, diffusione a mezzo della televisione, e altri.Per esempio, l’edizione critica di un’opera musicale può essere pubblicata mediante radiodiffusione o incisione su un supporto atto a riprodurre suoni e voci (musicassette, compact disc).
Ora, in assenza di una espressa previsione in materia di edizioni critiche e scientifiche, il curatore-autore, secondo i principi generali, è titolare del diritto di pubblicare l’opera, diritto che può essere liberamente ceduto a terzi. Quindi, i rapporti contrattuali che la legge fa salvi sono quelli intercorrenti tra l’autore e l’editore che pubblica l’opera, nati a seguito della stipulazione di un contratto.La lecita pubblicazione che fa nascere il diritto di utilizzazione in capo all’editore è quella fondata sul consenso liberamente prestato dal curatore dell’opera.
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Tra le opere protette dalla legge sul diritto d’autore ci sono quelle che appartengono al campo delle arti figurative che secondo un’elencazione esemplificativa sono le opere della scultura, della pittura, dell’arte del disegno, della incisione e di altre arti figurative similari, compresa la scenografia. Queste opere sono anche definite opere in esemplare unico, poiché il supporto materiale nel quale sono incorporate non è solo un mezzo per comunicare l’opera/corpus mysticum, ma è l’opera stessa, direttamente creato e plasmato dall’autore.
Anche il concetto di riproduzione e di copia assume connotati diversi, poiché la copia non creata dalle mani dell’autore non ha lo stesso valore dell’originale. La legge distingue le opere replicate dall’autore e le “riproduzioni comunque eseguite”, per indicare il diverso valore, in termini economici e artistici, delle semplici riproduzioni rispetto alle repliche, equiparate all’originale. Solo a queste ultime si applica la disciplina sull’aumento di valore, detto anche diritto di seguito. A questo proposito si può citare il fenomeno dei cd. multipli: opere riprodotte in copie con mezzi, per esempio, meccanici sui quali l’autore apporta di propria mano ritocchi o modifiche o la sola firma autografa, che per tal motivo acquistano lo stesso valore (economico) degli originali.
Alle opere figurative, ai fini dell’applicazione del diritto di seguito (anche se alcuni autori sostengono l’applicazione dell’intera disciplina dettata per le opere in esemplare unico), sono equiparati i manoscritti originali di opere letterarie o musicali (art. 144, comma 1, lda). Come le opere figurative i manoscritti sono considerati esemplari unici, creati (graficamente) a seguito dell’intervento diretto dell’autore.

Diritto di seguito
All’autore di un’opera figurativa è riconosciuto un diritto, inalienabile, sull’aumento di valore della propria opera. La ratio di queste norme risiede nel fatto che spesso un quadro, venduto all’inizio della carriera dell’autore, sia ceduto ad prezzo irrisorio rispetto a quello praticato nelle vendite successive, quando l’autore è diventato un artista affermato. Il legislatore, pertanto, ha voluto riconoscere all’autore “una percentuale sul prezzo della prima vendita pubblica degli esemplari originali delle opere e dei manoscritti, quale presunto maggior valore conseguito dall’esemplare in confronto del suo prezzo originario di alienazione” (art. 144 lda). Tale diritto sussiste anche nelle successive vendite pubbliche, qualora il valore dell’opera sia ulteriormente aumentato (art. 145 lda) e nelle vendite private .
La nuova direttiva della Comunità Europea, intitolata “Diritto d’autore e diritti connessi: diritto di seguito a favore dell’autore di un’opera d’arte originale”, ha l’obiettivo di garantire ai creatori di un’opera d’ate originale una tutela di livello adeguato e uniforme, ed eliminare le distorsioni di concorrenza attualmente esistenti nel mercato dell’arte contemporanea.
Al proposito gli Stati membri prevedono a favore dell’autore di un’opera d’arte originale un diritto di seguito, definito come diritto inalienabile a percepire una percentuale sul prezzo di ogni vendita successiva alla prima cessione dell’opera d’arte originale, salvo quando la vendita è effettuata da un soggetto che agisce in qualità di privato.
Il diritto di seguito si applica ai manoscritti e alle opere delle arti plastiche e figurative come quadri, collage, dipinti, disegni, incisioni, stampe, litografie, sculture, arazzi, ceramiche e fotografie purché si tratti di creazioni interamente eseguite dall’artista o di esemplari considerati come opere d’arte originali secondo gli usi della categoria.
Il diritto di seguito è dovuto quando il prezzo di vendita è pari o superiore a 1 000 ECU ed è calcolato nel modo seguente:
4% del prezzo di vendita per la fascia di prezzo compreso tra 1.000 e 50.000 ECU;
3% per la fascia compresa tra 50.000 e 250.000 ECU;
2% per le somme superiori a 250.000 ECU.
Il diritto di seguito è a carico del venditore ed è dovuto all’autore dell’opera e, dopo la sua morte, ai suoi aventi causa.
Gli Stati membri possono disporre la gestione collettiva delle somme versate a titolo del diritto di seguito. Essi ne stabiliscono le modalità di riscossione e di ripartizione quando l’autore è cittadino di un altro Stato membro.
Gli Stati membri prevedono che gli autori cittadini di paesi terzi beneficiano del diritto di seguito a condizione che gli autori cittadini degli Stati membri godano della reciprocità in quegli stessi paesi.
Conformemente alla direttiva 93/98/CEE, il diritto di seguito si protrae per 70 anni dopo la morte dell’autore.
L’autore può esigere da qualsiasi commerciante, direttore delle vendite o organizzatore di vendite pubbliche, tutte le informazioni necessarie alla liquidazione degli importi dovuti in forza del diritto di seguito e relative alla vendita di opere d’arte originali durante l’anno trascorso.

 

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