Marzo 2007


  • ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani
  • AGORA’ SCIENZA – Centro per la diffusione e la comunicazione della cultura scientifica
  • ALBOSCUOLE il motore di ricerca delle scuole italiane
  • AND Associazione Nazionale Docenti
  • ANDIS Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici
  • ANP Associazione nazionale presidi e direttori didattici
  • APEF Associazione Professionale Insegnanti
  • APRE – Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea
  • ASI – Agenzia Spaziale Italiana
  • A.S.S.I. Associazione Scuola Secondaria Italiana
  • Centro Informagiovani in Italia
  • CINECA Elenco delle Università Italiane
  • CINECA – Consorzio Interuniversitario per il Calcolo Automatico
  • CIVR – Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca
  • CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche
  • CNVSU – Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario
  • CRUI – Conferenza dei Rettori
  • DIESSE Didattica e Innovazione scolastica
  • ENEA – Ente per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente
  • Europa sito dell’Unione Europea
  • European Commission DGXXII (Education, Training and Youth)
  • European Schoolnet
  • Eurydice network d’informazione sull’educazione in europa
  • Federchimica Federazione Nazionale dell’Industria Chimica
  • INAF – Istituto Nazionale di Astrofisica
  • INdAM – Istituto Nazionale di Alta Matematica
  • INFM – Istituto Nazionale per la Fisica della Materia
  • INFN – Istituto di Fisica Nucleare
  • Internet Scuola
  • ISTAT Istituto Nazionale di Statistica
  • Netdays Europe tecnologie online come nuova forma educativa
  • Samnotizie Il giornale online Samnotizie
  • Scuola in web Il portale delle scuole italiane
  • UMI – Unione Matematica Italiana
  • UNESCO United Nations Educational, Scientific and Cultural
  • UNIverso – Tutto sull’Università

 


Forbici del nanomondo
E’ stata Realizzata la prima macchina molecolare capace di manipolare meccanicamente le molecole sfruttando la luce. Gli autori di questo innovativo strumento sono alcuni scienziati dell’Università di Tokyo. Lo strumento è simile a un paio di forbici che si chiudono e si aprono in risposta alla luce, talmente piccole (appena tre manometri di lunghezza) da riuscire a manipolare geni ed altre molecole biologiche.
“I chimici ed i biochimici possono anche utilizzare queste forbici per controllare precisamente l’attività delle proteine”, ha spiegato Takuzo Aida, professore di chimica e biotecnologia dell’Università di Tokyo. I particolari di questa nuova tecnica sono stati presentati
al meeting nazionale dell’American Chemical Society, la più grande società scientifica del mondo. Gli scienziati stanno ora lavorando per sviluppare un più grande sistema di forbici da maneggiare anche a distanza. Ma per poter applicare praticamente questa nuova scoperta bisognerà attendere ancora 5-10 anni. 

Il calcolo più difficile del mondo
Un gruppo di diciotto matematici di tutto mondo sono riusciti dopo quattro anni a mappare la struttura di un oggetto a 248 dimensioni. Si tratta di uno dei calcoli più complessi e astratti mai realizzati finora. Infatti E8, il nome dell’oggetto studiato, esiste solo nella mente umana o nei calcoli matematici perché non è in alcun modo rappresentabile concretamente.
Infatt, l’aver spiegato la struttura della simmetria di E8 sembra non aver alcun utilizzo pratico, anche se il professor Jeffrey Adams della University of Maryland e responsabile del progetto E8, crede che in futuro potrà spiegare alcuni problemi al momento apparentemente irrisolvibili. “Può essere utile, ad esempio, nello studio della teoria delle stringhe”. 

Gli schermi del futuro
Le pellicole sottili dei polimeri potrebbero migliorare la prossima generazione dei dispositivi Led. E’ quanto auspicato da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Energia del Oak Ridge National Laboratory e della University of Tennessee, che stanno sperimentando polimeri e molecole organiche per creare diodi luminescenti più efficienti.
In genere, i Led sono comunemente usati nei segnali stradali, nei fanali posteriori delle auto, negli schermi dei telefoni cellulari ed in altri dispositivi con uno schermo piccolo. I ricercatori hanno sviluppato elettrodi composti da nanotubi di carbonio e nanocavi per aumentare la luce emessa dai polimeri dei Led.
Dai primi esami, i nanotubi di carbonio hanno migliorato l’efficienza di elettroluminescienza del polimero Led ed hanno ridotto l’energia richiesta per funzionarle. 

A caccia del bosone
È stato eseguito con successo al Cern di Ginevra un importante test dell’acceleratore Large Hadron Collider (Lhc) del Cern. Si tratta del più importante rivelatore di particelle Cms (Compact Muon Solenoid), su cui l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) ha investito molto. Molto probabilmente l’acceleratore verrà messo in funzione entro la fine di quest’anno. Al Cms spetta uno dei compiti più ambiziosi che ci si attendono dall’acceleratore: individuare il bosone di Higgs, la sfuggente particella che secondo i modelli più accreditati è quella che dà massa alle altre particelle.
Inoltre il rilevatore potrebbe spiegare il motivo per cui noi viviamo in un universo dove tutto ciò che conosciamo è fatto di materia, attraverso l’analisi dell’asimmetria tra materia e antimateria.
Oltre al test del Cms è stato effettuato, sempre con successo, il test del magnete: un fondamentale strumento per l’acceleratore Lhc, realizzato in collaborazione con l’Infn. Quando l’acceleratore sarà in funzione, sarà usato per far scontrare fasci di protoni. 

  

  

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Caravaggio tra l’Italia e Malta:
identità e patrimonio comune

La S.V. è invitata all’inconto pubblico
che si terrà venerdì 30 marzo alle ore 10.00
presso l’ex Convento del Ritiro, via Mirabella, Siracusa

         Il Sindaco                          L’Assessore alle Politiche Culturali
 Giambattista Bufardeci                               Fabio Granata

Programma

Saluti
Giambattista Bufardeci, Sindaco di Siracusa

Introduce
Fabio Granata, Assessore alle Politiche Culturali, Comune di Siracusa

Relazioni
Ray Bondin, Delegato Unesco, Malta
Contatti artistici tra la Sicilia e Malta

Paolo Giansiracusa, Storico dell’arte, Siracusa
Caravaggio tra Malta e Siracusa. Un genio nella luce del Mediterraneo
 
Keith Sciberras, Storico dell’arte, Malta
Caravaggio in bianco e nero. Napoli – Malta – Siracusa

diagramma2.jpgdiagramma2.jpgdiagramma2.jpgReale e virtuale rappresentano due categorie che sempre più, nel nostro immediato futuro, andranno a permeare il nostro agire sociale. Sempre più il nostro destino antropologico e sociologico sarà contraddistinto da un’ambigua commistione tra ciò che vivremo in “atto” e ciò che vivremo in “potenza”.

Il corpo ed il luogo, le categorie fenomenologiche che ci legano saldamente al vissuto quotidiano, stanno, già adesso, acquisendo confini labili e prospettive incerte. L’identità, ad esse legata in maniera indissolubile, acquista uno statuto sempre più fluido. Il “liquid self” è il protagonista nascosto (neanche tanto) di questo lavoro sulla disseminazione nelle reti della nostra costituzione antropologica.

Se questo è il dato teorico di partenza, perché allora una ricerca su Pasolini? Due le ragioni essenziali. La prima è di natura emotiva. Pasolini, il suo prodotto artistico, estetico, etico ed intellettuale, ha rappresentato un punto di riferimento di grande rigore per il mio pensare ed il mio sognare. La seconda è di natura speculativa. Pasolini, artista ed intellettuale del sottoproletariato, è stato il più grande cantore del valore esistenziale del rapporto col reale. Un reale che ha assunto il volto scavato, netto, spigoloso, espressivo della marginalità e della vitalità “popolare”. Un reale che ha assunto le sembianze sensuali, a volte lascive, ma sempre di estrema e spontanea esuberanza, del corpo; con i suoi “odori endocrini”, le sue ormonali secrezioni, che richiamano il fascino e la profonda qualità sessuale della natura. Ma il reale ha assunto anche le forme dei luoghi. I luoghi tipici dell’esistenza “naturale” di un pullulare di vita carico di spontaneità. Questo reale pasoliniano, emblematicamente espresso dalla sua semiologia, lo abbiamo sentito negli “odori” e nei “sapori” delle sue più significative sequenze cinematografiche.

Ebbene, aver trovato su Internet, sito privilegiato del regno del virtuale, un così diffuso “culto” pasoliniano ha suscitato un processo di profonda riflessione. Cosa unisce il poeta del reale al culto virtuale che di lui si fa ? Quando parlo di culto, intendo sostanzialmente la fortuna postuma di Pasolini su Internet. Qual E’, dunque, il nesso tra tutto ciò? In realtà, capire se esista una contraddizione tra il reale pasoliniano e il virtuale del suo culto, significa capire se esista una contraddizione più generale tra il reale ed il virtuale che caratterizzerà il nostro prossimo futuro.

Il dato già acquisito è che Pasolini, anche oggi, si presenta come il personaggio che più ha rappresentato il suo essere, nei media. Costantemente all’avanguardia e profetico, anche adesso, seppure al di là della sua volontà, si è fatto corsaro nell’indicare le contraddizioni della società futura. Quindi, non stupisca la decisione di “usarlo” come spunto privilegiato per una riflessione che ha nei media e nel divenire sociale il suo precipuo punto di riferimento.

La fortuna postuma di Pasolini su Internet, qui, ci serve come osservatorio privilegiato per analizzare le idiosincrasie che contraddistingueranno il nostro vivere sociale. Lo scopo di questo lavoro, quindi, è duplice. Esso vuole, su un piano meramente empirico, “scoprire” la peculiarità di questa specifica forma di interesse per Pasolini. Ad un livello speculativo, invece, esso vuole, attraverso un’ampia rassegna dei più interessanti contributi teorici sulla materia, analizzare i termini di questa apparente contraddizione che sempre più rivestirà un ruolo fondativo nel nostro essere uomini e donne nel mondo.(Guido Nicolosi)
 

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30marzo.jpg                                                                          Elicottero__foro.jpgElicottero__foro.jpgElicottero__foro.jpg(fiorillo)  Care amiche, cari amici, 

venerdì 30 marzo alle ore 18 presso lo spazio di Biblos dei Grandi Magazzini Teatrali in Via Gorizia a Campobasso, AltroVerso presenta il percorso “Di luce in luce” sull’opera poetica di Valentino Campo.   

L’incontro è strutturato in due parti.     

La prima parte propone un percorso di letture dell’opera in chiave sinestetica, lirica e cromatica.  Il tentativo è di comunicare la poesia di Valentino Campo attraverso un approccio multisensoriale della parola e policromo per la vista.   

La seconda parte consta di una breve indagine critica sull’opera di Valentino Campo a cura di Giorgio Linguaglossa, uno dei critici “storici” della poesia italiana contemporanea, il quale è nuovamente gradito ospite di AltroVerso e dei Grandi Magazzini Teatrali. Sono previsti anche due brevi interventi di lettura dell’opera, mio personale e di Pier Paolo Giannubilo.   

Considerato l’impegno, di AltroVerso e di Biblos, di proporre per la prima volta l’opera poetica di un autore italiano contemporaneo in questa chiave originale e “globale” di lettura, sarei felice di poter contare sulla tua presenza di lettore sensibile ed evoluto, tuoi impegni permettendo.   

Alla fine dell’incontro è previsto uno spazio di lounge bar e la cena con gli autori.   

Ti abbraccio e ti ringrazio per il tuo tempo,    

Fabio   

  

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La pollution de l’eau en France a déjà atteint, dépassé même, depuis une dizaine d’années, un seuil critique. La crise est patente. Mais elle se diffuse à la manière des nitrates et des pesticides vers les nappes phréatiques. Silencieusement, insidieusement. Si le lobby agricole français a réussi à faire obstacle à toute réfrorme sérieuse d’un modèle à l’origine de pollutions diffuses massives, de nouveaux risques sanitaires émergents menacent désormais de surcroît la santé publique.
L’actuel seuil d’alerte en matière de pollutions diffuses d’origine agricole, sachant que le processus de contamination des nappes phréatiques par les nitrates dure de 10 à 15 ans, renvoie en fait à une dégradation de la ressource initiée il y a dix à quinze ans. Mais depuis lors la pollution par rejets azotés s’est encore accrue dans des proportions catastrophiques. Le ministère de l’Environnement français avait déjà étendu au printemps 2002 à 50% les zones du territoire désormais considérées comme présentant un seuil de pollution par les nitrates dangereux pour la consommation humaine d’eau potable.
Nitrates, phosphates, pesticides, mais aussi métaux lourds, médicaments…, sont de fait chaque année plus massivement présents dans les eaux de surface et les eaux souterraines.
L’agriculture, l’industrie, les transports, l’aménagement, la croissance économique et leur impact sur nos modes de vie sont à l’origine de cette dégradation très rapide de la qualité des ressources en eau depuis une dizaine d’années.100 000 tonnes de pesticides par an Ainsi 100 000 tonnes de pesticides, produits chimiques conçus pour être toxiques pour des êtres vivants (insectes, herbes, champignons…), sont-ils répandus dans l’environnement en France chaque année depuis des décennies. Quoi de plus logique que de les retrouver partout et de constater, à travers les résultats de très nombreuses études épidémiologiques, que des problèmes de santé sérieux et de plus en plus nombreux sont mis en évidence chez les personnes qui y sont exposées ? D’après l’Institut français de l’environnement (IFEN), on constate, à partir de 5400 points d’observation, la persistance d’une pollution aux pesticides, observée dans 73% des eaux de surface, et dans 57% des eaux souterraines. Les proportions sont telles que “les milieux aquatiques peuvent être perturbés ou les seuils admissibles pour la production d’eau potable dépassés sans traitement spécifique”, souligne l’IFEN.
Selon le ministère de la Santé (septembre 2005), neuf pour cent de la population française, soit 5,1 millions d’habitants, ont ainsi bu en 2003 une eau plus chargée en résidus de pesticides que ne l’autorise la règlementation. Sur 369 pesticides recherchés dans les eaux mises en distribution, 332 ont été détectés, dont 59 à des teneurs supérieures aux normes.A l’échelle européenne, environ 30 000 produits chimiques, qui représentent près de 90% des substances vendues dans l’Union Européenne n’ont jamais fait l’objet d’évaluation publique.Le projet de directive Reach, qui imposerait l’évaluation de ces 30 000 molécules, n’a finalement été adopté le 30 novembre 2006 par le Parlement européen et le Conseil qu’à l’issue d’un compromis dénoncé par toutes les associations de protection de l’environnement.Plus largement, selon l’Organisation Mondiale de la Santé (OMS), les pesticides tuent chaque année dans le monde environ 220 000 personnes, et en rendent malades 3 millions.Mais au-delà des nitrates et des pesticides, de nouveaux risques émergents ont fait leur apparition.Avec la découverte du pouvoir stérilisateur de l’eau de Javel, la fourniture d’eau potable à partir des rivières et des nappes phréatiques est devenue locale depuis le début du XXème siècle. Et nous avons opté pour la fourniture d’eau potable à partir de l’eau polluée. Au fil du temps les techniques de traitements ont considérablement progressé pour faire face à l’apparition de nouveaux polluants.
Trois décennies après avoir commencé à les distribuer, on s’est rendu compte que les eaux chlorées trop tôt avant l’élimination de la matière organique naturelle produisent des organo-chlorés cancérigènes. On s’interroge aussi de plus en plus sur les effets sanitaires potentiels des “perturbateurs endocriniens”, dont la présence est constatée dans les eaux distribuées. Ils sont issus de l’emploi de médicaments, de la dégradation de pesticides ou de l’altération de plastiques. Et l’on s’inquiète depuis peu de l’éventuelle transmission de prions par l’eau.Alerte aux micropolluantsQuatre types de “nouveaux polluants” mobilisent désormais les chercheurs. Les perturbateurs endocriniens, les substances médicamenteuses, les toxines algales et les agents infectieux transmissibles non conventionnels.
Les perturbateurs endocriniens sont des agents exogènes qui interfèrent avec la synthèse, la sécrétion, le transport, la liaison, l’action ou l’élimination des hormones naturelles. Qui sont responsables de l’homeostasie, de la reproduction, du développement et du comportement.
Leur liste, celle des substances ou mélanges exogènes qui possèdent des propriétés susceptibles d’induire une perturbation endocrinienne, est très longue.
On y trouve des molécules utilisées par l’industrie chimique (pour la fabrication de matières plastiques, par exemple) et de nombreux pesticides.
Ainsi que des métaux lourds comme le cadmium, le plomb ou le mercure. Auxquels il faut ajouter les produits de la métabolisation des hormones humaines ou animales naturelles et de synthèse qui, après excrétion, rejoignent les eaux usées et peuvent conserver ou retrouver, après de nouvelles transformations chimiques dans une station d’épuration ou dans le milieu naturel, une activité perturbatrice endocrinienne.
Les effets de certaines de ces molécules ont été observés sur des gastéropodes, des poissons et des reptiles, dans le milieu naturel et en laboratoire. Il s’agit essentiellement de malformations d’organes et de perturbations de la fonction de reproduction. Il n’existe pas actuellement de preuves formelles de leurs effets sur les êtres humains. Mais certains auteurs estiment que les perturbateurs endocriniens pourraient avoir un rôle dans les cancers du sein, des testicules et de la prostate.
La directive communautaire du 3 novembre 1998 relative à la qualité des eaux destinées à la consommation humaine indiquait dans ses “considérants” : “qu’à l’heure actuelle, il n’existe pas de preuves suffisantes permettant d’établir, au niveau communautaire, des valeurs paramétriques en ce qui concerne les produits chimiques responsables des dérèglements endocriniens, mais que l’inquiétude croît quant aux effets potentiels des substances nocives sur la santé humaine et sur la faune.”
Ainsi, en septembre 2005, M. René Habert, directeur de l’unité de recherche gamétogenèse et génotoxicité (CEA, Inserm et université Paris VII), soulignait-il que “ces cinquante dernières années, la production spermatique humaine a chuté de 40 % environ et l’incidence des cancers testiculaires a presque doublé”.
Les données épidémiologiques disponibles suggèrent que les troubles de la différenciation sexuelle du foetus sont liés à la diminution de la fertilité humaine. Son exposition à certains polluants environnementaux et alimentaires serait, au moins partiellement, responsable des troubles de la fertilité masculine.
L’hypothèse de travail est celle d’un impact à long terme suite au rejet, à la dégradation et à l’interaction dans l’environnement de milliers de substances nocives : métaux lourds, pesticides, hydrocarbures et médicaments.
Perturbateurs endocriniens
La liste des principales substances incriminées donne le tournis :
 métaux lourds – argent, mercure, cuivre, cadmium…,
 pesticides – DDT,
 phtalates utilisés pour adoucir le plastique et comme solvants,
 dioxines,
 agents surfactants des lessives et des shampoings,
 PCBs utilisés notamment comme additifs dans les peintures ou les encres,
 retardateurs de feu,
 hormones naturelles – oestrogène, progestérone, testostérone,
 hormones de synthèse – promoteurs de croissance et oestrogènes données au bétail, contraceptifs oraux,
 hormones issues de plantes – phytoestrogènes,
 antibiotiques,
 antiépileptiques, anti-inflammatoires,
 stéroïdes synthétiques, antidépresseurs, analgésiques, déchets hospitaliers…
Médicaments
Les substances médicamenteuses présentes dans les ressources en eau proviennent de trois sources. Les rejets d’eaux usées de l’industrie pharmaceutique. L’utilisation en médecine humaine avec des rejets bien localisés (hôpitaux). Mais aussi des rejets diffus résultant des traitements à domicile. Et de l’utilisation en médecine vétérinaire pour la protection du cheptel contre les maladies, mais aussi comme promoteurs de croissance.
Or si la première source semble pouvoir être maîtrisée, les deux autres sont plus préoccupantes. On sait que la diffusion d’antibiotiques dans l’environnement peut provoquer le développement d’une antibiorésistance de certaines bactéries. Mais on sait très peu de choses sur la présence effective d’antibiotiques dans les ressources en eau, et sur les risques correspondants.
Cyanobactéries
Les toxines algales sont produites par des algues microscopiques, et particulièrement par des cyanobactéries qui se développent dans les retenues d’eau et les rivières artificiellement ralenties. La présence d’azote et de phosphore dans l’eau (eutrophisation) favorise la croissance des algues. Mais les conditions d’apparition et de développement massif de cyanobactéries, avec production de toxines, ne sont pas complètement élucidées aujourd’hui.
Les producteurs d’eau potable à partir d’eau de surface se sont d’abord intéressés aux proliférations d’algues car elles étaient à l’origine de mauvais goûts de l’eau. On sait maintenant que certains produits d’excrétion des algues sont toxiques pour le foie et le systême nerveux. Or, sur la base des connaissances actuelles, il paraît possible de fixer une limite règlementaire de présence dans l’eau destinée à la consommation pour une ou deux toxines connues seulement.
Prions
Les agents infectieux non conventionnels enfin, figurent désormais au rang des nouvelles menaces qui pèsent sur l’eau destinée à la consommation humaine. Il s’agit essentiellement du prion responsable de l’encéphalite spongiforme bovine (ESB) et de la maladie de Creutzfeldt-Jacob. La présence de prions dans l’eau n’a pas été détectée. Mais, si elle l’était, le fait que l’on ne sache pas doser, que l’on ne connaisse pas la dose infectante, et que les méthodes habituelles de désinfection soient très probablement inefficaces poserait de difficiles problèmes aux autorités sanitaires et aux responsables des distributions d’eau.
Il ne s’agit malheureusement pas de science-fiction. Le réseau d’eau potable de New-York avait été accidentellement pollué en 1996 par des cryptosporodiums. Les chercheurs s’interrogent donc sur les risques de propagation de nouvelles maladies. Dont les modes de transmission seraient initialement inconnus. Et sur la fragilité croissante de la population face à des agresseurs chimiques générateurs d’allergies.
Au Nicaragua, un pesticide mis au point dans les années 50 aux USA, et utilisé durant 20 ans par l’industrie bananière américiane, le Nemagon, a contaminé 20 000 personnes. L’indice des cancers de l’utérus dans la région de Chinandega est 30 fois supérieur à celui du reste du pays.
Après des années de silence, en France la Mutualité sociale agricole a levé le voile sur une réalité dérangeante : les agriculteurs sont les premières victimes d’une exposition prolongée aux produits phyto-sanitaires.
Il existe aujourd’hui en France une association d’agriculteurs rendus stériles par leur exposition à ces produits.

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grafika02.jpg500.jpgbajs2.jpgEmotional Landscapes 
Immagine tremula tra città paradiso e città inferno, tra Gerusalemme e Babilonia, nella nostra immaginazione, guidata spesso dai nostri istinti e tendenze, viaggiando e arrivando nelle nuove e ritornando nelle familiari città importiamo sempre in loro noi stessi.Cambiano i luoghi nei quali soggiorniamo, viaggiando scopriamo noi stessi. Nella poesia Citt del1910, Konstantin Kavafis ha espresso in poesia l’ idea del vagare e della speranza, che è il tema di questa esposizione:
Hai detto: “Per altre terre andrò per altro mare.
Altra città più amabile di questa, dove
ogni mio sforzo è votato al fallimento,
dove il mio cuore come un morto sta sepolto,
ci sarà pure. Fino a quando patirò questa mia inerzia?
Dei lunghi anni, se mi guardo attorno,
della mia vita consumata qui, non vedo
che nere macerie e solitudine e rovina”.
Non troverai altro luogo non troverai altro mare.
La città ti verrà dietro. Andrai vagando
per le stesse strade. Invecchierai nello stesso quartiere.
Imbiancherai in queste stesse case. Sempre
farai capo a questa città. Altrove, non sperare,
non c’è nave non c’è strada per te.
Perchè sciupando la tua vita in questo angolo discreto
tu l’hai sciupata su tutta la terra.
L’incontro tra l’anima della città e le persone che vi vivono crea e colora un’atmosfera difficilmente percepibile che cerchiamo di sentire, ricordare e comprendere quando ci troviamo in essa, e inconsciamente prendiamo parte alla sua costruzione tanto quanto i suoi abitanti. Soltanto la perdita dell’identità ci fa diventare stranieri. Aperti alle esperienze emotive personali siamo pronti ad accettare la realtà per quello che è, il che ci fa provare una sensazione di sollievo e felicità. In quell’istante sia razionalmente che spiritualmente noi prendiamo coscienza dello spazio della città che ci comprende in sé; di conseguenza non esistono veri stranieri per quanto riguarda l’appartenenza alla civiltà umana. Perché le città sono i nodi della rete che collega l’umanità ed ogni individuo é unico e allo stesso tempo completamente uguale agli altri rispetto alle possibilità di sviluppare potenzialità personali in compagnia di altre persone. Soprattutto quelle che riguardano l’ individualismo secondo la teoria di Carl Jung. In questo modo ciascun individuo ha la possibilità di diventare cittadino di tutte le città, dopo che ha trovato il proprio posto e il proprio senso in una.La pittura di Tijana Ðapovic, basata su gestualità e tratto spontaneo guidato dall’improvvisazione psicologica, appartiene alla astrazione lirica. Spontaneità, gestualità,improvvisazione, le forme nella metamorfosi e l’automatismo sono le caratteristiche della pittura che vuole oltrepassare i limiti della coscienza controllata e razionale, che vuole cercare le esperienze interiori, le emozioni e i contenuti, che é l’elaborazione e lo sviluppo del concetto dell’espressione surrealistica e automatica nel campo della pittura astratta ed espressiva. In essa sono rappresentati i rapporti poetici e metafisici della forma astratta sul dipinto e della natura umana, in questo caso confronto tra l’immagine astratta della città e la sua concezione, che in questo caso quasi coincidono. La cromaticità sembra dominata da una colorata armonia ma in verità non è altro che il riflesso dell’anima della città, colorata dalle emozioni personali e dal senso di appartenenza alla sua unità, soltanto un granello di sabbia mescolato al colore acrilico, con la combinazione del quale queste tele vengono create e allo stesso tempo legate alla natura effimera della civiltà, il ciclo del nascere e dello spegnersi nel quale soltanto il cambiamento è eterno. Le tele di Ðapovic sono autoritratti osservati da una prospettiva non definita, nella quale la soggettività della pittrice è un tutt’uno con gli abitanti della città e di individuale c’è soltanto il suo modo di percepire, con il quale lei non si allontana analiticamente dal soggetto, ma invece resta immersa nella massa di altre creature di Dio, nel caos delle città proposte. New York, Venezia, Belgrado… Non a caso…Identificate prima di tutto dall’armonia superiore che fatalmente le ha collegate a lei, in ognuna di esse Tijana Ðapovic riconosce, senza fare una differenza di fatto, un posto positivo che aumenterà il peso specifico della sua anima e nel quale ogni esperienza diventerà una pietra preziosa sul viale dell’individualizzazione.Senza tener conto della direzione di questo viale, sia essa orientata dal buono al cattivo, dal brutto al bello, per gli spiriti coscienti come lo è quello della Ðapovic queste sono soltanto le manifestazioni di un’armonia completa che dobbiamo rispettare ed amare. Solo in questo modo aumenterà la nostra capacità cognitiva, che non è fine a se stessa ma invece il dono che ci renderà quieti e soddisfatti dovunque ci troviamo.Guillaume d’Auvergine nel XIII secolo immagina la città ideale come un insieme di individui perfetti “[…]imaginabimur civitatem aggregatam ex hominibus sic perfectis […]”.Al contrario sulle tele della Ðapovic le città diventano aperte agli individui così come sono, senza costringerli a cambiare o adattarsi, riconoscendo che la loro unicità e bellezza sboccia proprio quando le differenze diventano virtù.
Belgrado, marzo 2007 Vuk F. Dautovic Storico dell’arte

TRICICLOB.jpgberruti.jpgArtisticamente si e’ formato da autodidatta,studiando la storia dell’arte e i grandi Maestri in modo asettico,senza contaminazioni esterne.
Fino al 1998 dipingeva senza canoni ben precisi e con le tecniche più svariate, cercando di capire gli impasti e le velature di Maestri dell’ Ottocento e del Novecento.
Poi ha conosciuto Giovanni Marziano, dal quale apprende la tecnica e le nozioni, che lo portano a migliorare il suo modo di interpretare artisticamente un soggetto.
Diplomato presso l’ Accademia di Belle Arti di Catanzaro.                                                                                      
“I miei soggetti sono coloro i quali l’occidente commercializzato ha sdoganato, per la loro musica ,per la loro arte,per le performance sportive che mandano in visibilio milioni di persone : hanno rotto le catene ed ora mettono la palla dentro.
Quelli che alle spalle hanno una antica storia di pregiudizi ed emarginazione.
Ancora oggi , se qualcuno li vedesse fuori dal loro ambiente,li chiamerebbe extracomunitari.
Sono terribilmente e morbosamente attratto dalla figura di colore ,la ritraggo con la massima intensità emotiva .
La figura  è affascinante da ritrarre,ma le persone di colore sono una sfida. Sono molto espressive e sono a mio modesto avviso, l’incarnazione e la materializzazione dell’ Anima.
La mia ricerca mi porta a documentarmi sugli stereotipi  che affollano il genere musicale , del quale mi “nutro ” mentre dipingo :l’ hip hop .
Nei lavori del mio ciclo ” Black” , nel quale indago e scruto il mondo dell’hip hop americano , cerco punti di riferimento iconografici con il mondo dei giovani italiani , attenti e accorti nell’ assorbire dallo stereotipo statunitense fondamenti ispiratori. 
Ebbene tutto ciò cerco di riprenderlo  nelle mie opere , cercando di elevare e far conoscere l’hip hop come un movimento di rivolta contro il disagio giovanile.
La mia non vuole essere la voce del ghetto ( io vivo a Catanzaro !?!) ma  un  elemento di aggregazione in una realtà , dove è  vero che si sono azzerate le distanze geografiche ,ma è pur vero che rifiutiamo tutto ciò che è diverso da noi  “.
Hanno scritto di lui :
Rosario Amoroso ,Chiara Argenteri, Lia Briganti , Manuela e Patrizia Cucinella , Marco Di Mauro,Biagio Di Meglio, Joseph C. Fekete , Giovanni Marziano, Gianluca Murasecchi ,Enzo Santese,Giorgio Seveso, Fernando Silo,Luigi Tallarico,Giorgio Turrini , Maurizio Vitiello . WWW.MARIOLOPRETE.IT

0324webst_campbell1,0.jpg0324webst_campbell1,0.jpg0324webst_campbell1,0.jpgTwo Australians have invented software that rates looks, writes Daniel Dasey.
TWO Australian scientists have invented computer software that distinguishes a beautiful face from a less attractive one.Their invention uses facial measurements, related to ratios and images of models, actors and some 200 women from around the world.After a photograph of a woman’s face is put into the program, it returns a beauty rating of between one and 10.University of Technology Sydney computer scientists Hatice Gunes and Massimo Piccardi believe the software could be used in fields such as cosmetic surgery.”Potential applications exist in the entertainment industry, cosmetic industry, virtual media and plastic surgery,” they explain in the International Journal of Human-Computer Studies.Their preference is for the medical profession to use it under supervised conditions to avoid situations where vulnerable people could harm their self-image.Dr Piccardi said his and Ms Gunes’ work grew out of efforts to make computers more people-friendly by enhancing their ability to recognise faces and moods.To develop their system, they divided the face into measurements such as the distance between the top of the face and the chin and between the eyes.They assembled 215 images of women of different ages, levels of attractiveness and ethnic backgrounds, including photographs of Claudia Schiffer (pictured), Kate Moss and Catherine Zeta-Jones.The images were shown to a mixed gender, multi-racial panel of 50 volunteers who gave each face a rating of between one and 10.They found while participants sometimes varied greatly in the ratings they gave, overall there was significant agreement over what was an attractive face.Next they analysed the facial measurements of the women in the test images as well as the ratios between the measurements.By looking for correlations, they were able to determine the features common in beautiful women, and develop software that combined this with facial-analysis technology.The software has been fine-tuned over several years. When shown an image, the software is capable of predicting what a panel of humans would give the face plus or minus 1.5 marks. Further development should reduce the margin of error.Dr Piccardi said one use might be for plastic surgery patients who were unsure whether modifications suggested by their doctor would improve their attractiveness. While the software has been developed only to assess women, it could be adapted to rate men.Dr Piccardi said one danger of the software was that it could fall into the hands of adolescents or others sensitive about their looks and harm their self- image.

 

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