Luglio 2014


 

Ricerca di immagini a supporto della lezione “Simbolismo e Presenza degli animali nelle opere dei grandi artisti”,
tenuta nell’ambito della Scuola di alta formazione filosofica-Istituto italiano per gli studi filosofici-tenutasi in Castel di Sangro e presso l’Abbazia benedettina di san Vincenzo al Volturno (24-27 luglio).

filmato animali e artisti

Omaggio a Leo Castelli a quindici anni dalla perdita del grande gallerista

1999-2014 sono passati quindici anni dalla scomparsa del grande gallerista-mercante e mecenate dell’arte contemporanea Leo Castelli (Trieste, 1907 – New York, 1999).

Ci piace ricordarlo con l’artista siciliano Francesco Guadagnuolo che opera tra Roma, Parigi e New York che ebbe modo di conoscerlo.

Per l’occasione indichiamo l’interessante intervista a Leo Castelli apparso nella Rivista mensile ‘Scena-Illustrata’, Anno 124 – N.6 – Giugno 1989, pag. 37/38.

L’ARTE CONTEMPORANEA

INTERVISTA CON LEO CASTELLI

di Lilli Di Benedetto

Nel panorama dell’Arte contemporanea, il gallerista e mercante newyorkese, di origine italiana Leo Castelli, può essere considerato sicuramente uno dei più autorevoli nel campo internazionale.

Il suo merito più grande, oltre ad avere scoperto degli artisti, protagonisti dell’avanguardia americana, è quello di avere saputo individuare e diffondere le tendenze artistiche del momento.

Abbiamo incontrato, con il pittore Francesco Guadagnuolo, Leo Castelli, al quale abbiamo rivolto le seguenti domande:

 

D. Signor Castelli, hanno detto in molti che Lei ha un fiuto infallibile nello scoprire gli artisti. Come nasce il suo interesse verso un pittore? Sono forse i critici a suggerirle il nome oppure sono gli stessi pittori a contattarla?

 

R. Sono molti i modi per conoscere un pittore. Non sempre sono i critici a farmeli incontrare, anche se ce ne sono alcuni, amici degli artisti, molto attenti a quello che succede nel mondo dell’arte. A volte sono gli stessi artisti che mi presentano altri artisti. Io mi sono sempre trovato con pittori d’avanguardia come Jasper Johns, Rauschenberg, Lichtenstein. Quando arrivai in America, c’erano scrittori come Rosemberg che erano in stretto contatto con gli artisti. Io stesso facevo parte di quel gruppo. Era inevitabile, vivendo in quell’ambiente, conoscerli tutti. Era facile, quindi, scoprire i veri artisti, ma al giorno d’oggi le cose sono cambiate. Allora esisteva l’importante gruppo degli espressionisti astratti (fra i quali Gorky, Pollock e Rothko), anche se il pubblico ed i musei non l’avevano ancora riconosciuto. Dopo questi pittori, tra i primi dissidenti si fecero strada Rauschenberg, Johns, Lichtenstein e Frank Stella. Ho conosciuto Rauschenberg nel ’51, prima che iniziassi l’attività di gallerista, in occasione di una mostra; Johns l’ho incontrato ad una mostra di gruppo nel ’57. In quegli anni gestivo già la galleria ed andai nel suo studio per conoscere meglio le sue opere: le bandiere, i bersagli, le cifre e le lettere dei suoi quadri mi entusiasmarono a tal punto che organizzai io stesso una mostra. Il successo fu strepitoso: alla chiusura eravamo rimasti con solo due quadri. Lo scopritore, a mio avviso, oltre a dover assolvere il difficile compito di occuparsi dell’artista, deve anche riuscire a trasmettere agli altri l’entusiasmo.

 

D. Quando ha esposto per la prima volta opere di Johns, Rauschenberg, Lichtenstein, ha dovuto lottare molto per farle apprezzare al pubblico?

 

R. Per ciascuno di loro l’impatto con il pubblico è stato diverso: Johns, ad esempio, ebbe un successo straordinario. Quello che lui presentava era eccezionale e l’élite dei Musei capì subito il suo originale talento artistico. Rauschenberg, autore della famosa capra impagliata esposta al Museo di Stoccolma, anche se aveva precedentemente tenuto numerose esposizioni, non riscosse invece un grande entusiasmo. Ben più difficile fu per Lichtenstein a causa dei suoi fumetti che non furono apprezzati dal pubblico: soltanto in un secondo momento, quando scelse la tematica dei paesaggi, tutti si convinsero dell’interesse delle sue opere.

D. Lei che si è interessato ai pittori della Pop-Art, ha mai influito sulla produzione del singolo artista dandogli dei consigli?

 

R. No. Questa è una cosa che nessuno deve fare. Gli artisti fanno quello che vogliono ed anche se ci sono opere che non capisco molto, continuo ad esporle lo stesso.

D. Quando Lei scopre un giovane artista, cosa le interessa di più nella sua opera?

 

R. Credo che il ruolo più importante sia quello dell’emotività: la prima reazione è quella dell’istinto.

D. Cosa rappresenta per Lei un quadro oggi?

 

R. Qualsiasi cosa: deve colpire. Dapprima non si sa il perché, ma pian piano si trovano argomenti come, ad esempio, l’originalità o la struttura, oppure un particolare uso dei colori.

D. Quali tendenze ci sono oggi a New York ed in Europa?

 

R. Le tendenze cambiano continuamente. Ci sono delle correnti che noi incominciamo a scoprire e che si mantengono vive per un certo periodo di tempo e successivamente perdono di importanza lasciando il posto a nuove correnti. Devo dire che il pubblico di New York è molto educato alla cultura artistica anche per il fatto che in questa città sono presenti una dozzina di gallerie ed i Musei d’arte Contemporanea che svolgono un importante ruolo. Negli Stati Uniti l’ambiente è molto aperto ed artisticamente preparato: soprattutto a New York i galleristi, i critici ed i collezionisti sono dei veri professionisti. I collezionisti americani sono molto fieri di mostrare quello che comperano, anzi desiderano che si sappia che hanno comperato quadri di Johns ed altri nomi di valore. A volte fanno delle donazioni ai Musei per avere vantaggi fiscali. In Europa e più precisamente in Spagna, attualmente sta nascendo un gruppo molto interessante. Il movimento artistico di Madrid è straordinario.

D. Quale importanza Lei attribuisce ai critici d’arte, quale dovrebbe essere il loro ruolo?

 

R. Il ruolo dei critici d’arte dovrebbe essere quello di analizzare e valutare l’opera degli artisti, scrivendone poi sulle riviste e sui giornali. Abbiamo molti critici attenti e preparati, altri che invece scrivono a casaccio ed altri, infine, retrogradi, che non sanno accettare le novità.

D. Per l’ascesa al successo cosa è più importante: il ruolo del gallerista, del mercante o del critico?

 

R. Direi che la galleria ha il ruolo più importante: il gallerista è in contatto con i Musei ed i collezionisti. Il critico è come l’artista: ci sono pochi grandi critici e pochi grandi artisti.

 

D. Non le sembra che oggi ci sia una confusione di stili nell’arte?

 

R. No, non è una confusione. Ci sono numerosi stili, ma se lei li analizza, vedrà che provengono tutti da un’unica fonte, anzi da due fonti principali: l’influenza di Duchamp che è grandissima e, in campo astratto, quella di Mondrian, Malevich, Kandinsky, Clee e Brancusi.

 

D. Cosa pensa del Neomanierismo?

 

R. Di chi? Vuole dire Mariani? Credo che l’opera di Mariani sia interessante anche se un pò limitata, un pò troppo vicina a quello che J. Louis David faceva all’inizio della rivoluzione francese. Il riesame comunque è sempre utile se conduce a qualche risultato.

D. Che significato dà alla Transvanguardia?

 

R. In Italia il gruppo dei transavanguardisti (Cucchi, Chia, Paladino) è già superato.

D. Come vede l’opera di Renato Guttuso. Secondo Lei il figurativo avrà ancora un futuro?

 

R. L’arte figurativa esiste da sempre. Non citerei soltanto Guttuso come pittore figurativo, ce ne sono molti altri. Bisogna citare Guttuso come Guttuso, non come pittore di immagini. Sono lo spirito ed il contenuto le cose che ci interessano di più. Noi, forse, non l’abbiamo molto apprezzato perché c’era ostilità verso il figurativo che, invece, ora accettiamo. Bisognerebbe riesaminare e capire quello che Guttuso ha fatto nell’insieme e negli sviluppi meno rigidi dell’arte di oggi, dove tutto è possibile. Non so se Guttuso abbia avuto una grande influenza in America come, ad esempio, De Chirico: quest’ultimo è stato considerato un pittore di originalità ed importanza capitali fino al 1917. Dopo non fu più considerato abbastanza rigoroso.

D. Come funzionano le gallerie a New York, sono divise per tendenze o stili?

 

R. Ogni buona e vera galleria, come la mia, della Sonnabend, ha proprie tendenze. Anzi, ciò di cui mi sono occupato sin dall’inizio, da più di trent’anni, non è soltanto il fatto di scoprire gli artisti, ma di dare risalto alle tendenze.

D. Quali sono le gallerie che Lei stima maggiormente in Italia?

 

R. A Roma quella di Sperone che conosco bene da molti anni e quella di Sprovieri. A Napoli, Lucio Amelio e Lia Rumma sono molto preparati e seguono da vicino tutto quello che succede in America. Direi che le gallerie più attive sono a Napoli, ad eccezione di quella romana di Sperone.

D. L’arte è sempre stata l’espressione di un secolo. Secondo Lei, oggi, l’arte contemporanea si è avvicinata al nostro secolo, riesce ad esprimerlo veramente?

 

R. Credo che l’arte sia sempre il riflesso di quello che accade non in ogni secolo, ma in ogni anno. I cambiamenti, oggi, sono infinitamente più rapidi, quindi l’arte riflette molto più rapidamente le cose che avvengono momento per momento. L’arte è spesso responsabile di grandi mutamenti, e ciò possiamo riscontrarlo anche nella moda e nel designer.

 

(Rivista mensile‘Scena-Illustrata’, Anno 124 – N.6 – Giugno 1989, pag. 37/38)

 

 

“Pace in Terra Santa” un dipinto imponente realizzato da Guadagnuolo, artista insignito Ambasciatore di Pace

 

Un grande pannello di Francesco Guadagnuolo, per avviare un dialogo di Pace per il Medio Oriente. Si intitola “Pace in Terra Santa”, la grande tela misura (175×400 cm). Il dipinto esprime questo messaggio: “Stop alla guerra, finiamo questo massacro di vite e passiamo alla convivenza civile, ritorniamo subito al dialogo”.

Il dipinto costituisce un’opera straordinaria per l’impegno, l’ideazione e il compimento e abbraccia oltre 50 figure in un multiforme apparato scenico, dove si commemora la morte e si celebra la vita, il continuo contrasto di libertà dalla brutalità della violenza e dall’odio. Il dipinto che sarà esposto in una mostra itinerante sarà motivo di riflessione e di dialogo contro tutte le guerre ancora in atto nel mondo.

Guadagnuolo è un artista di grosso spessore internazionale, opera tra Roma Parigi e New York, da sempre sensibile alla Pace nel mondo per questo è stato insignito nel 2010 dal Presidente IIFWP-UPF Italia Prof. Giuseppe Calì del titolo di Ambasciatore di Pace dell’Universal Peace Federation – ONG accreditata con “Special Consultative Status” presso il Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) delle Nazioni Unite.

L’intento dell’artista è di evidenziare ed auspicare ciò che tra i due popoli, attualmente antagonisti, israeliani e palestinesi, può aiutare a vincere la spirale della violenza, a ritrovare il rispetto scambievole e una pace duratura. “La Pace è fondamentale per creare le basi della nuova era culturale” dice il Maestro Guadagnuolo nella recente intervista. Per capire il suo impegno bisogna risalire ai suoi incarichi al Senato, nell’ambito dell’Intergruppo Parlamentari per il Giubileo, dove era stato chiamato a cooperare con i suoi contributi artistici fin dal 1997. Il tema della Pace ha portato il Guadagnuolo a dipingere numerose icone sull’argomento. Così quando gli viene commissionata nel 2000 un’opera da dedicare alla crisi mediorientale, l’artista dipinge Shimon Peres e Yasser Arafat, nell’atto di scrivere congiuntamente la parola “Peace”, ispirandosi allo storico incontro di Oslo del 1993. L’opera è stata donata da Guadagnuolo, in Palestina, ad Arafat, con la delegazione dell’Intergruppo Parlamentari per il Giubileo, guidata dalla Senatrice Ombretta Fumagalli Carulli.

 

 

ALBERI MUSICALI

 

Le pagine musicali provengono dal Fondo della famiglia Contino di Napoli. Si tratta di partiture ricopiate a mano con inchiostro blu su carta oleata e, in seguito, riprodotte con procedimento fotografico. La datazione dei fogli è tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.

L’utilizzo della musica ricopiata sui fogli di carta oleata era specifico per gli ambienti bui delle sale cinematografiche e dei teatri di quartiere: le partiture erano poggiate su un vetro debolmente illuminato dal retro e si leggevano in controluce.

Il repertorio riprodotto indica il gusto musicale dell’epoca: melodie e fantasie strumentali tratte da Opere di successo, canzoni sentimentali in voga, canzoni napoletane di vario genere, danze strumentali autonome o tratte da Operette, brani vocali e strumentali di grandi autori classici.

La famiglia Contino, di origine siciliana, giunse a Napoli con Zenobio (medico) nella seconda metà dell’Ottocento. I suoi discendenti coltivarono le arti e la musica in particolare: Eugenio (oboista solista e nell’Orchestra del Teatro San Carlo, massone), Paolo (violoncellista e contrabbassista), Nora, Maria, Eraclide, Ionio (mandolinista), Elena (pianista).

Le pagine musicali fatte oggi rivivere da Ernesto Saquella, hanno sempre “servito” l’immagine e i suoi linguaggi. È più che giusto che continuino a farlo, anche se, questa volta, in “silenzio”…

 

apa per la mostra di Ernesto Saquella “L’essenza del silenzio”

Campobasso, “l’ibrid’azione”, piazza Prefettura, 19/22 ottobre 2006

 

 

(testo tratto dal sito: www.ernestosaquella.it)

 

MANIFESTO SCUOLA FILOSOFICA 2014BROCHURE INTERNA SCUOLA ESTIVA 2014

http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article13122

 

Premio L’Iguana (Prata Sannita – 28 e 29 giugno 2014)

»In omaggio ad Anna Maria Ortese

E’ stato un privilegio e soprattutto un piacere partecipare ai due giorni del Premio l’Iguana alla sua prima edizione che, ci auguriamo, sarà seguita da tante altre. Un premio dedicato ad una scrittrice complessa e profondamente impegnata ad indagare nell’universo umano: Anna Maria Ortese che ancora oggi non è sufficientemente riconosciuta e valutata.

Il Premio, che ha anche l’intento di trasmettere una maggiore diffusione della sua opera, è stato ideato e voluto da Esther BasileMaria Stella Rossi Lucia Daga che lo hanno organizzato e realizzato in un clima di eccezionale partecipazione e condivisione a tutti i livelli: di giuria ( con 6 sezioni: narrativa, poesia edita, poesia inedita, cortometraggi, fotografia, composizione di brani musicali sul tema del Mediterraneo),di collaborazione da parte delle Autorità locali e soprattutto da parte degli eccezionali ospiti della location in cui si è svolto, una cornice ideale: il Castello di Prata Sannita, ricco di storia e di autentica bellezza.

Il Premio si è avvalso della prestigiosa partecipazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, dell’Associazione culturale Eleonora Pimentel e di una rete di collaborazioni nazionali fra cui la Biblioteca Nazionale di Napoli, Teatro San Carlo, DA- Società Dante Alighieri- Firenze, Biblioteca dell’Abbazia benedettina di San Vincenzo al Volturno- Isernia, sotto l’Egida del Parlamento Europeo, con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il Patrocinio della Presidente della Camera dei deputati e della Presidenza del Consiglio Regionale del Molise.

Il Castello di Prata è proprio quello che potremo immaginare castello, possente e svettante, con le sue rotondità che contribuiscono a connotarlo allo stesso tempo come un castello di fiabesca magia ma anche di rassicurante sicurezza. E’ solo in parte accessibile e in alcune sale ti trovi intorno solo le pareti di nuda pietra e in alto , come tetto il cielo. Il cielo è ovunque così anche alberi e prati . Le sue pietre trasudano vita perché ospitano ancora la ‘loro’ castellana: Donna Lucia Daga Scuncio con suo figlio Vittorio .Sia Lei che il figlio, di squisita gentilezza , attenti a risolvere piccoli inconvenienti e problemi con simpatia e quel sorriso speciale di chi fa le cose con amore e passione perché si muove nel proprio ‘spazio’ dove tanta ricchezza di storia e cultura non può che contribuire a dare sicurezza e reale ‘autorità’. Interessante visitare i due musei che il Castello ospita: reperti di guerra e della civiltà contadina.

Ai piedi del Castello un antico mulino dove scorre il Lete, è stato luogo di incontro per le proiezioni video della sezione corti a cui ho partecipato, presieduta da Matilde Tortora che ha ben coordinato i membri della giuria rappresentata da Rosy Rubulotta,Antonio Picariello e Carlo Damasco.

Il corto premiato è Lina/Màlina di Caroline Abitbol (Francia),con la motivazione che ha messo soprattutto in rilievo la vicinanza dei testi (di Lina Mangiacapre) all’universo Ortesiano nella difesa e valutazione dell’Innocenza contro la barbarie e la corruzione .

E’ interessante segnalare le altre sezioni anche se non potrà una semplice lista trasmettere la gioiosità, la partecipazione, l’autentica condivisione allo svolgersi della premiazione e soprattutto il piacere di ascoltare alcune pagine della Ortese da parte della bravissima attrice, Annamaria AcKermann e di brani e poesie dalle pubblicazioni e dagli inediti, premiati o segnalati, letti da Lucia CervelliEdoardo Siravo.

Performance e intervenuti musicali si sono piacevolmente alternati con Maurizio Santilli, Arnolfo Petri, il sassofonista Nicola Rando, le chitarriste e cantanti Patrizia LopezAnna Grazia Nicolaj. Intervento d’eccezione anche del poeta Elio Pecora, presidente di giuria, che ci ha regalato alcune sue sensibili interpretazioni di canzoni classiche napoletane. A sorpresa Elio Pecora ha ricevuto dal Sindaco, alla fine dei lavori, un albero ‘in dono’, un albero, nei pressi del Mulino, sul cui tronco verrà affissa la targa con il nome del poeta; è stato un momento emozionante e, direi, davvero inaspettato per originalità e importanza.

Nella sezione narrativa, si è aggiudicato il primo premio lo scrittore Nicola Mastronardi con il romanzo storicoViteliù, definito “ opera pregevole che unisce l’esattezza della ricostruzione storica, rivolta al riscatto del popolo sannita dall’oblio, ad uno stile narrativo immediato e attraente.”
Il secondo posto è stato attribuito ad Alessandro Sarti con l’opera Intervenite Numerosi che si era classificata nella rosa dei cinque libri finalisti, tutti di spessore letterario notevole,“per il significativo recupero di tradizioni che coniugano valori e forze propositive ripresi con uno stile narrativo sorvegliato e affabile”.
Secondo posto ex aequo al romanzo storico Sono tornata di Clara Schiavoni, terzo posto per Social zoo di Aldo Putignano ed ex aequo per La solitudine della cattedra di Titti Folieri.

Nella sezione poesia edita primo posto per Fernanda Ferraresso, secondo posto per Francesco Paolo Tanzj, terzo ex aequo per Loreta SalvatoreAnna Maria Liberatore; la poesia inedita ha premiato Barbara Grubissa,Ciric Slobodanka al secondo posto, Brigidina GentileKetty Martino ex aequo al terzo; la foto premiata al primo posto è di Vincenzo Grandebrano musicale premiato composto da Giuliano Gabriele.

Fuori concorso due premi speciali: per Matilde Tortora per il libro ‘Ortese e il cinema-Lettere inedite’ e per Carlo Damasco per il suo corto ‘Un paio di occhiali’ , ispirato al racconto della Ortese.
Molto ammirati i premi: piatti in ceramica di bravissimi artigiani locali , opere del giovane artista Simone Zaccarella e piccole campane dell’illustre fonderia vaticana Marinelli.

Ma ci sarebbe tanto ancora da raccontare come la deliziosa cena offerta dallo chef di Agnone in cui la cultura del ‘cibo’ si è fatta autentica narrazione e ha dato quel gusto in più che solo il cibo preparato con passione e amore può avere ; conoscerne i retroscena di storico passato ,che il presente non tradisce ,è quasi esaltante come l’assaggio stesso del prodotto.

A sorpresa l’arrivo dell’avv. Gerardo Marotta che ha come sempre interpretato in modo appassionato e con ferrea logica il momento attuale cogliendone gli aspetti drammatici e riconducendoli ad un passato non sempre ricordato per potere affrontare forse meglio il presente e dare nuove migliori possibilità al futuro soprattutto dei giovani che invita ad una più attenta conoscenza e amore per la cultura e in primis lo studio e la conoscenza della filosofia e in genere della nostra cultura umanistica.

 

 

Mio figlio è andato a firenze in visita alla  mostra di palazzo strozzi. Me ne ha parlato con (il suo) entusiasmo. Se una mostra ha convinto Andrea allora vale certamente la necessità di essere visitata….

I FINALISTI DEL PREMIO LETTERA D’AMORE

I FINALISTI DEL PREMIO LETTERA D’AMORE

La giuria del Premio Internazionale “Lettera d’Amore” presieduta da Vito Moretti e composta da Massimo Pasqualone, Massimo Pamio e Giuseppina Verdoliva ha reso noto i finalisti della XIV Edizione del concorso, che saranno premiati l’8 agosto a partire dalle ore 21 nel Parco “Giovanni Paolo II” annesso al Palazzo Valignani di Torrevecchia Teatina. I nominativi: Flora Alberta Lembo, Luciana Piccirilli Profenna, Patrizia Di Donato, Riccardo Cilli, Giuseppina Paone, Lelia Ranalletta, Giuseppe Graziani, Ludovica Pasi, Giovanna Di Cecco, Susanna Sforza, Maria D’Alessandro in Vigil (Argentina), Fantino Mincone, Angela Di Giacomantonio, Massimo Consorti, Vincenzina Di Muzio, Anna Anzellotti, Matteo Sciubba, Yuleisy Cruz Lezcano (Cuba), Graziella Fenotti, Valentina Bennato, Carlo Palumbo, Francesca Prattichizzo, Antonio Picariello, Alessia Di Martile, Paolo Pisani, Kristine Maria Rapino, Tiziana Ercole, Giuseppe Lotti, Assunta Di Cintio, Floredana De Felicibus, Silvana Marrone, Michele Di Tota, Alessandro Bianchi.

https://www.youtube.com/watch?v=bvOWsVKhBms&hd=1

 

 

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