Luglio 2015


L’opera di Guadagnuolo “I martiri della Giustizia” in  memoria a Paolo Borsellino

 

«Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo». Paolo Borsellino

Il 19 luglio 2015 è stato commemorato l’anniversario dell’uccisione del Giudice Paolo Borsellino e della sua scorta. L’omaggio al magistrato Paolo Borsellino, a ventitré anni della strage, lo fa attraverso la grande opera il Maestro Francesco Guadagnuolo rivolta a tutti i magistrati che sono stati uccisi solo perché compivano il loro dovere. L’opera vuole anche essere un’opposizione a tutte le mafie e terrorismo e alle loro brutali inutili gesta.   La grande tela (olio su tela 200×350cm) è stata presentata il 20 luglio alle ore 18,00 presso la Sala Consiliare del Comune di Aprilia (LT) alla presenza del Sindaco Antonio Terra e dell’Assessore alla Cultura Francesca Barbaliscia.

Il dipinto si prospetta in questo triste momento della nostra nazione martoriata dalla corruzione, infatti, l’opera nel suo insieme è un inno alla legalità, con l’impressionante ricordo di tutti i magistrati ammazzati perché erano contro le mafie e lavoravano per la legalità italiana. Il progetto vede la presentazione dell’opera all’apertura delle Scuole italiane perché è lì che si formerà la nuova società. Sarà fortemente educativo per le giovani coscienze, perché si parlerà di legalità contro ogni tipo di corruzione, infiltrazioni mafiose, collusione e corruzione negli appalti, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio.

“I martiri della Giustizia”, l’opera di Guadagnuolo comunica dunque la lotta dello Stato contro la mafia ed esprime un sentito ricordo dei magistrati siciliani: Agostino Pianta (1969), Pietro Scaglione (1971), Cesare Terranova (1979), Gaetano Costa (1980), Giangiacomo Ciaccio-Montalto (1983), Rocco Chinnici (1983), Alberto Giacomelli (1988), Antonino Saetta (1988), Rosario Angelo Livatino (1990), Giovanni Falcone (1992), Paolo Borsellino (1992).

La tela interpreta un’azione pittorica che crea un’accentuata dinamica di attrazione per i forti contrasti cromatici, dove ‘scrittura e gestualità’ coabitano nella stessa “Mens” dell’artista. Una convulsione motoria del gesto che vuole significare vita e lotta per la vita. La composizione di quest’opera è divisa in 12 riquadri che in realtà formano un tutt’uno dove sono inscritti i nomi degli 11 magistrati. I caratteri tipografici cubitali dei nomi inscritti (gli stessi che vengono usati dai quotidiani) diventano elementi visivi e comunicativi.

Mons. Sante Montanaro a proposito di quest’opera scrisse: «Si tratta di un grande dipinto nel quale i personaggi rievocati s’intersecano con la scrittura. Infatti, tra le figure umane appena abbozzate, inserite in riquadri separati e immerse in un’atmosfera carica di tensione, resa attraverso accese tonalità cromatiche, spiccano a grandi caratteri di stampa da titoli di prima pagina i nomi di vittime della mafia, fra i quali Livatino, Falcone, Borsellino, Chinnici. Come sulla grande tavola di un cantastorie moderno, Guadagnuolo espone qui la tragica sagra determinata dalla violenza mafiosa».

In realtà, si potrebbe vedere nell’opera di Guadagnuolo l’allegoria di un viaggio la cui meta finale è di cercare di impedire altre stragi. Le paure dell’artista sono fondate perché derivano dagli eventi brutali che tanto hanno scosso l’opinione pubblica. Così l’artista si investe quasi del ruolo di oratore pubblico che dà voce ai timori individuali, creando un’immagine attraverso la quale possiamo veicolare le nostre esperienze di angoscia in una cultura satura di potenziale violenza spontanea.

 

Sguardi eterni tra la terra e il cielo di Ciro Palumbo
a cura di Alessandra Redaelli

 

Il MacS (Museo Arte Contemporanea Sicilia) presenta Sguardi eterni tra la terra e il cielo, personale di Ciro Palumbo a cura di Alessandra Redaelli. Il vernissage si terrà venerdì 7 agosto, alle ore 21.00, al Castello di Schisò (Giardini Naxos), nuova e suggestiva sede espositiva del MacS, per concludersi giovedì 10 settembre.

Giuseppina Napoli, (Direttrice Macs) – “La mostra personale Sguardi eterni tra cielo e terra di Ciro Palumbo al Castello di Schisò di Giardini Naxos è il completamento e seguito della mostra che dal 28 Giugno 2015 ha sede al Castello Carlo V di Monopoli. Due preziosi luoghi scelti per accogliere un affascinante ed antico racconto le cui sinuose trame, ordite di arte e sentimento, giungono fino in Sicilia a Naxos, dove approdarono i Greci che ne fecero la prima colonia e dove oggi storia e mito si incontrano e trovano contemplazione nelle mura del Castello di Schisò, che diventano lo specchio delle storie figurate e degli eventi mitici di Palumbo, ne amplificano il senso e lo restituiscono con immediatezza al nostro contemporaneo. In questo Ciro è maestro, nel saper cogliere le memorie delle gesta, nel saperle rendere in efficaci metafore e nel sublimarle poi in colori brillanti, vibranti e sognanti. Il suo totale coinvolgimento con i soggetti, la cultura nel genere che ha acquisito, la sua instancabile voglia di trasmettere e comunicare, ne fanno un narratore ed un pittore dedito all’arte con la passione di chi ne ha fatto lo scopo ed il fine nella vita. Per queste sue qualità noi gli siamo grati, per riuscire a parlare a tutti, tramite le sue opere, di una mitologia che nel nostro frenetico contemporaneo non è scontato conoscere, ripercorrendo lo sviluppo della civiltà e del pensiero, coinvolgendoci nei suoi percorsi mentali ancorché di materia pittorica. A Ciro Palumbo siamo grati per aver eliminato le distanze riuscendo a farci riappropriare di un mito antico che appartiene a tutti noi”.

Uno stralcio dal testo critico di Alessandra Redaelli – “[…] Palumbo è un affabulatore, un cantastorie, qualche volta un giocoliere, qualche altra volta uno chef sopraffino che si diverte a mescolare gli ingredienti più assurdi, più impensabili, riuscendo a far scaturire dalla loro unione profumi e sapori sublimi. Il suoi dipinti potenti, ipnotici, capaci di intrappolare lo sguardo in una spirale infinita di stimoli percettivi, di catturarlo e sedurlo fino a farlo capitolare, sono come scatole cinesi, come sfide sottili. Il paesaggio è spazio e personaggio, anima capace di incarnare pensieri ed emozioni. Il cielo è come lo sguardo di Dio, limpido di gioia o fosco di collera. Il mare si alza in tempeste misteriose, in onde dalle creste affilate come coltelli, che sembrano poter tagliare in due la piccola imbarcazione che le solca impavida. La costa si fa di volta in volta tenero abbraccio, utero accogliente, rifugio del naufrago oppure quinta oscura dai mille nascondigli bui e fitti di minacce. La roccia è al tempo stesso natura selvaggia e lascito dell’uomo, un uomo forse passato di lì più di mille anni prima: resta del suo passaggio una porta, una finestra incerta, una presenza remota fantasmatica e inquieta. E poi c’è lui. L’eroe. Forse un dio, forse un semidio. E la sua presenza incombente fa vibrare l’aria rarefatta del dipinto. Può essere Prometeo accasciato su una roccia – la fronte virile corrugata in un’espressione di sconforto – affranto per l’uso sconsiderato che l’uomo ha fatto della conoscenza. Può essere Vulcano, possente e fiero, seduto come un re compiaciuto sul suo trono di pietra. Oppure è Polifemo, battuto, sì, ma non sconfitto, con l’occhio che, ancora, caparbio si fissa in quello dello spettatore attraversando la fascia che dovrebbe oscurarlo. O Ulisse, non più persona, ma portatore di pensieri, di sogni, di memorie e di esperienze. Figure possenti, scolpite in un marmo dalle tinte gelide, gli occhi ciechi della pietra a dichiarare, al di là di ogni ragionevole dubbio, che di marmo si tratta, di materia dura, eterna e indissolubile. Ma non è così. Basta uno sguardo per capire che non è così. Ed è qui, in questa squisita ambiguità, che si gioca la magia di Palumbo. Perché al di là di ogni ragionevole dubbio è carne morbida, cedevole, sottilmente sensuale quella di Proserpina, stretta nell’abbraccio del suo rapitore. Così come è carne quella delle tre Grazie di Piccole estasi, dipinto di un erotismo languido, estenuante, a dispetto dei perfetti ovali dei visi e delle capigliature rubate alla statuaria classica. E con un pizzico di ironia è carne quella dell’Hermes che si gira di tre quarti, quasi sorpreso, mentre lo spettatore ne scopre le grazie liberate dal morbido panneggio. E carne, e anche emozione, addio, tristezza rispecchiata da un cielo crepuscolare, è quella di Amore e Psiche […]”.

 

Sede: Castello di Schisò

Indirizzo: via Lungomare Schisò – 98035 Giardini Naxos (ME)

 

Telefono MacS: 095 715 2207 – 342 301 7376
Vernissage: venerdì 7 agosto 2015, ore 21.00, Castello di Schisò, via Lungomare Schisò, Giardini Naxos (ME)

 

Orari Mostra: Dal martedì alla domenica 10.00-13.00/17.00-22.00.

Chiuso il lunedì.

Ingresso: € 5,00.

 

Web: www.museomacs.it www.castellodischiso.it

Mail: mailto:info@museomacs.itmailto:info@museomacs.itinfo@museomacs.itmailto:info@castellodischiso.itinfo@castellodischiso.it

Ufficio Stampa: mailto:ufficiostampa@museomacs.itmailto:ufficiostampa@museomacs.itufficiostampa@museomacs.it

 

 

 

Il luogo apre l’entrata viscerale di una grotta. In realtà è l’entrata un po’ angusta di  un castello trasmutato da torre di avvistamento marino a postazione di difesa bellica. La pietra racconta il processo della storia e la pietra è la materia che la spiritualità  dello Scultore Gianni Fano modella rendendola opera segreta che racconta i segreti dei processi storici. La sua potenza di ricerca questa volta combina con il pensiero  sensibile e  coraggioso della femminilità artistica. Maria Grazia Orlando  in concerto tra scultura e pittura apre vibrazioni riflessive e  stati d’animo particolari che impattano  con le immagini evocate dalla sincronia di guida spirituale offerta dalla forza sincronica della scultura e la visionarietà pittorica e lo sguardo diventa slancio che ci proietta oltre i confini della conoscenza percettiva. Simboli e visioni si combinano in una sfera dimensionale che il luogo riveste di magico come una condizione antica medievale in cui ancora si poteva rendere umano il fantastico, la significazione di un sogno profetico, o la riproduzione di un bestiario in cui partecipavano figure inesistenti, mai viste, mai catalogate nelle mappe scientifiche dei geografi o nelle rappresentazione dei testi lavorati dagli amanuensi. Mappe delle divinazioni, riproduzioni di animali fantastici che diventeranno zoologia astrale, segni cosmici e calcoli geometrici in cui ogni figura rappresenterà una solitudine dei numeri primi, una remunerazione pitagorica mascherata di bellezza malinconica e allo stesso tempo, nell’attimo accadente, svelatura di un desiderio armonico che spinge le percezioni oltre il confine designato dai protocolli e la precettistica umana. Qui si entra nel mondo silenzioso dei segni che suonano oltre gli involucri della mente e aprono le porte di entrata per assistere al concerto dell’arte dove femminilità che ci riporta il sogno cosmico, ancora la scultura simbolica ponendoci in uno stato di sicurezza. Si naviga oltre le nuvole, si entra nel celeste e poi lentamente ci si cala in un terrestre ipogeico ritornando esseri della terra che ogni giorno conducono azioni automatizzate; lavarsi, abluzioni, lavarsi il viso, sciacquarsi le mani, mangiare il pasto del mattino, bere un caffè, riti del progresso della civiltà informatica ex industriale pur sapendo che su ogni gesto che si compie c’è una direttiva cosmica invisibile e impercettibile che ci guida. Due artisti ci dicono di fare attenzione, non tutto l’apparente è reale. Dietro di noi nelle profondità dello spirito le mappe pittoriche di un cosmo segreto e le epigrafi scultorie suggeriscono nuovi mondi che possiamo ancora accettare, amare e se si vuole rispettare per fede. In fin dei conti i segni dell’arte sono i segni che la mente distribuisce ai giusti quando gli elementi compartecipano al simposio che decide questo momento possa accadere.  Al castello la cui entrata sembra l’entrata di una grotta, alla mostra Fano Orlano, questo sembra sia un momento di rivelazione, che tanto quanto promesso dagli elementi sia accaduto. Antonio Picariello

 

 

ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI DI NAPOLI

Scuola di ALTA FORMAZIONE FILOSOFICA 2015

Castel di Sangro-Pescocostanzo-Castel del Giudice-ABBAZIA DI CASTEL SAN VINCENZO

In collaborazione con l’Associazione Eleonora Pimentel Lopez de Leon

23 luglio 201526 Luglio 2015

LINGUAGGI FILOSOFICI, COMUNICAZIONE, PRATICHE DI SAPERI E STUDI DI RICERCA AL FEMMINILE

INAUGURAZIONE  il 23 LUGLIO ore 17 a Castel Di Sangro

Presso Museo Aufidenate

Saluti del Sindaco  Angelo Caruso e del Direttore Archeoclub

Introduzione-Esther Basile-Filosofa

Carmela Maietta –Relazione sul Tema Comunicazione istantanea

Video dell’avv. Gerardo Marotta

24 Luglio 2015-Presso Museo Aufidenate Ore 10 -12,30

Lezioni Frontali con Relazione di Rita Felerico-“Le sfide della

Comunicazione”

Maria Marmo- Libro di Maria Marmo – “Canto per strada”Ed.Homo Scrivens Relatori Rita Felerico e Esther Basile

Pranzo a Pescocostanzo presso Palazzo Grilli-Hotel Le Torri-

Ore 13,30

24 Luglio-ORE 16 -19.30–Sala San Nicola a Pescocostanzo –

Saluti del Sindaco Roberto Sciullo

SEMINARIO  Esther Basile : Zambrano e S. Weil

Maria Stella Rossi- Mary Cassat, ritratto di una Impressionista-

L’Esteta dell’Intimismo

Anna Forgione-Maria Zambrano e la forza della Metafora

Libro di Gioconda Marinelli- Quale amore Ed.Holden

Relatori Maria Stella Rossi-Antonio Picariello.

25 Luglio-Museo Aufidenate – Ore 10-13

Carmen Di Nota- Zhuang Jie-La Cina del 900’

Maria Rosaria Rubulotta-Qualità della Vita tra benessere e Comunicazione

Libro di Giuseppina dell’Aria –“Vivo tra puntini sospensivi”Ed.Homo scrivens

Musiche di Lino Blandizzi

25 Luglio Ore 15,30- 19 .Castel Del Giudice-Borgo Tufi

Saluto del Sindaco Lino gentile

Angela Caruso-Toponomastica leggendaria dal mito alla realtà

 

Lezione di Giulio De Iorio-Ippolito Nievo e C.E. Gadda

 

Ugo del Castello- libro Il profumo della neve antica

Andrea del Castello- Libro -Videoclip  Musicologia e dintorni dai Pink Floyd

A Youtube

 

Musiche di Lino Blandizzi

26 Luglio Ore 11- Abbazia di Castel San Vincenzo

Lezione di Esther Basile-Zambrano e Weil-O.Fallaci e Ortese

Libro di Wanda Marasco –Il Genio dell’abbandono-Ed Neri Pozza

Musiche di Lino Blandizzi

“Nuove frontiere e saperi tra teoria e prassi” è il tema portante della Scuola Estiva di Alta Formazione Filosofica- Edizione 2015 che anche quest’anno arriva in Abruzzo e in Molise tra Castel di Sangro (Museo della Maddalena), Pescocostanzo ( Sala San Nicola e Palazzo Grilli- Le Tre Torri), Borgo Tufi di Castel del Giudice, Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Luoghi d’eccezione che si legano a proposte culturali di elevato spessore su organizzazione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici e dell’Associazione Eleonora Pimentel. A presiedere i lavori Esther Basile, membro ideativo e operativo  dell’Istituto Filosofico, con inizio il 23 luglio in Castel di Sangro, quindi il 24 in Pescocostanzo, il 25 in Borgo Tufi di Castel del Giudice, per concludere il 26 luglio nell’Abbazia di San Vincenzo al Volturno. Sono previsti i saluti e la presenza di spicco del Presidente dell’Istituto Filosofico Gerardo Marotta , del sindaco di Castel di Sangro, Angelo Caruso, del sindaco di Pescocostanzo, Roberto Sciullo, del presidente dell’Archeo Club di Castel di Sangro, Giovanni Romito, del sindaco di Castel del Giudice, Lino Gentile, della Reverenda Madre Superiora Madre Miriam Benedict. Di assoluto rilievo culturale i relatori che spazieranno nelle loro trattazioni dai saperi filosofici a quelli più propriamente letterari, a quelli artistici, sociologici, filmici, di prestigio gli autori che presenteranno le loro opere, Andrea del Castello, Ugo Del Castello, Giuseppina Dell’Aria, Gioconda Marinelli, Maria Marmo e la finalista al Premio Strega, Wanda Marasco con l’opera Il genio dell’abbandono-Neri Pozza- Editore. Relatori per questa Edizione 2015, Esther Basile, Angela Caruso, Giulio De Iorio, Carmen Di Nota, Rita Felerico, Anna Forgione, Carmela Maietta, Antonio Picariello, Maria Stella Rossi, Walter Santoro, Maria Rosaria Rubulotta, che si occuperà anche delle riprese e delle foto riguardanti l’evento. Le giornate di studio saranno accompagnate dalla musica e dalle canzoni del noto cantautore Lino Blandizzi che eseguirà brani in sintonia con la  programmazione culturale della Scuola. Per info Esther Basile-3407286605

Maria Stella Rossi

 

 

Cinema sotto le stelle 2015
Corte degli Agostiniani

ore 21.30 > ingresso 5 e 4,50

 

Martedì 14 luglio

SARA’ IL MIO TIPO? E ALTRI DISCORSI SULL’AMORE

di Lucas Belvaux, Francia 2014 (111′)

 

Mercoledì 15 luglio

IL RACCONTO DEI RACCONTI

di Matteo Garrone, Italia 2015 (125′)

 

 

Libero cinema in libera terra” in Piazza Cavour

Giovedì 16 luglio, dalle ore 21

LA ZUPPA DEL DEMONIO

di Davide Ferrario

Tappa riminese di Libero Cinema in Libera Terra, il Festival di cinema itinerante contro le mafie giunto alla sua decima edizione e promosso da Libera, la rete di associazioni fondata da don Luigi Ciotti, e da Cinemovel.

 

 

 

 

Amarcort Film Festival
presenta

“Il giro del mondo in 80 corti” – 5a tappa
Giovedì 16 luglio ore 22
Piazzale Fellini – Rimini

La 5a tappa de “Il giro del mondo in 80 corti” che si terrà giovedì 16 luglio ore 22 inPiazzale FelliniRimini, in collaborazione con Cartoon Club, sarà interamente dedicata al cinema d’animazione.

Come nei precendenti incontri, il pubblico diventerà giudice e sceglierà il corto che andrà ad arricchire la lista dei finalisti di una sezione speciale di Amarcort Film Festival 2015.

Prossimo appuntamento: venerdì 21 agosto ore 21.30 nel chiostro della Cineteca di Rimini e della Biblioteca Gambalunga.

Le 3 tappe estive de “Il giro del mondo in 80 corti” sono realizzate in collaborazione con“La Società de Borg” di San Giuliano, “Cartoon Club”Cineteca di Rimini e con il sostegno del Gruppo SGR espresso dal marchio SGR per la Cultura.
In caso di pioggia le proiezioni avverranno al coperto.

Pronti? Si parte. Anzi, si decolla!!!

 

Amarcort Film Festival
www.amarcort.it – facebook/amarcort – @amarcort – info@amarcort.it