Ottobre 2012




sostituite il lettore di mente con i cacciatori di clienti ….

provate a far marciare in differita i due filmati… e la luna prenderà posizioni fauste nei vostri confronti….

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http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Ynvmcvrrfg0&noredirect=1#!

 


http://www.alangattamorta.it/mos_cart/intonaci/big/inton_7.jpg

Difendo Giovanna Melandri come Presidente del Maxxi.
Nessuno meglio di lei.

La nomina di Giovanna Melandri a Presidente del Maxxi ha sollevato un enorme stupido polverone, in cui sono intervenuti livorosi addetti ai lavori, mediocri funzionari frustrati ma soprattutto politici invidiosi e ignoranti.
Perché non Giovanna Melandri ai vertici di un Museo di Arte Contemporanea? Lei, che ha fermamente voluto questa Istituzione, lei che ha viaggiato e conosciuto Istituzioni analoghe nei paesi anglosassoni, lei che può alzare il telefono e parlare con i Benetton, con i Della Valle, con i Tronchetti Provera, con Ministri e banchieri per una eventuale sponsorizzazione. E in perfetto inglese può interloquire con Gagosian, Saatchi o il Direttore del Moma o magari con Soros o Bill Gates? Ma voi ce lo vedete un nostro pavido intellettuale che riesce ad avere un appuntamento con questi signori? Per dire o chiedere cosa? Da tem po ormai sia i politici che gli addetti ai lavori dovrebbero sapere che la Presidenza di un museo o di qualsiasi istituzione culturale, dovrebbe essere affidata, non a tecnici né ad appassionati, ma a personaggi in grado di rappresentarli e di trovarne i fondi per assicurarne l’esistenza.
Io sostengo invece che la signora Giovanna Melandri è una delle persone più colte e informate sulla gestione di un museo. E quel che non sa ancora, lo imparerà immediatamente. Invitando a pranzo, nel suo prossimo viaggio a Londra, il direttore della Tate, Nicholas Serota. O a New York, il direttore del PS1 o del MET o a Parigi del Centre Pompidou. Tutti felici di accettare un suo invito per spiegarle come funziona la loro istituzione.
La smettano dunque questi critici interessati e incolti (politici, uomini di cultura, curatori in panchina) di gridare al lupo e aspettiamo al lavoro Giovanna Melandri. Che certamente porterà i suoi frutti.
E poi perché meravigliarsi, se in Italia tutte le nomine sono politiche? Io sono stato sempre contrario alle nomine politiche ma in Italia non esistono alternative. Forse Paolo Baratta, peraltro ottimo Presidente della Biennale, non è di nomina politica? E i direttori di tutti i musei italiani? Allora smettiamola di prenderci in giro e comportarci sempre da ipocriti e lasciamo lavorare la signora Melandri.
Forza Giovanna, tu potrai farcela a vincere la scommessa con il Maxxi. Ma solo tu, io non ho dubbi. Basta che ti impegni ad ascoltare i migliori e a chiedere sempre il meglio. E poi circondati di ottimi collaboratori e curatori. Ma qui sta proprio la parte più difficile del tuo lavoro. Per questo ti suggerisco di guardare molto i paesi anglosassoni e di ispirarti sempre di più a loro.

Non confondiamo i ruoli.
Carissimo Giancarlo Politi
lei confonde il ruolo di parlare a telefono con sponsor o con qualche galleria d’arte — fosse pura il Moma o la National Gallery, etc., — con il possedere un progetto di museo o di organizzare delle mostre. essere responsabili di un museo e cercare nuove strutture percettive e cognitive dell’arte questo è l’incarico di un direttore, oltre a storicizzare ciò che c’è stato. L’originalità di una galleria-museo è quella che non faccia “belare” in coro, proprio come succede oggi con le tante istituzioni in rapporto tra loro. Tutto quello che lei auspica è sicuramente un progettare mostre per i soliti tardi epigoni del novecento; di questa sempre più stanca arte “comunicativa” [iconica o non-iconica] contemporanea che lei continuamente “sponsorizza”. Con la Melandri, però, mi lasci dire che ritroveremo le stesse assurdità che da anni imperversano nel nostro ambiente, fatto di fotocopie di rassegne internazionali, di expo, di gallerie, e di super-market dell’arte contemporanea. Tutti ad alti livelli ci propinano gli stessi prodotti in varie salse, e quasi sempre per niente originali. Materia e colori di massimo quindicimila anni di storia fonetica o di scrittura [interpretativa] di un cosmo ora tutto in continuo movimento ed espansione formato da miliardi di miliardi di galassie. Eppure c’è qualcosa d’altro nel racconto dell’arte. Lo si percepisce ma non lo si può più pensare con i superati strumenti dell’artificio e della natura: l’informare attraverso stimoli sensoriali delle onde. L’organizziamo mondi attraverso onde visivo-auditive. Esploriamo oggi l’evoluzione, l’origine e la fine degli universi d’informazione energetica attraverso le radiazioni di luce. Con esse molti nuovi artisti producono arte. Ciò non si vede di frequente in giro, proprio perché i molti direttori responsabili sono scelti come la nostra ministra, che porta come dote i tanti contatti, ma senza avere una sua specifica competenza nell’arte. Così, a me sembra, si vuole continuare a brancolare nel buio, o andare a diporto di altri.
A mio modesto giudizio, meglio chiunque altro competente conoscitore, anche in un ristretto settore dell’arte contemporanea, che la ex ministra Melandri alla direzione del Maxxi. Ne abbiamo le tasche piene di contatti e di mostre “inutili”, raccontate come “originali” di copie di copie. La ministra Melandri non può avere un incarico direttivo di un museo; sicuramente la sua professionalità potrebbe farle ottenere un incarico per un posto come quello ad esempio di un ottimo dirigente amministrativo e di pubbliche relazioni, ma non di più. Per questo, le ragioni del suo plauso, caro direttore, a me paiono quasi gratuite ed alquanto esagerate!
Cordialmente Giuseppe Siano

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sono lieti di invitarla alla presentazione del libro di

Gioconda Marinelli
L’UOMO CHE FONDEVA LE CAMPANE
di mio padre, di me e altro

venerdì 14 dicembre 2012, ore 17.oo

Regione Molise

via del Pozzetto, 117
Roma

Saluti di

Alberta De Lisio,
Direttore Servizio Avvocatura Regionale, Affari Giuridici e Legislativi e
Rapporti Istituzionali Regione Molise
Emilia Petrollini,
Direttore Servizio Enti Locali e Polizia Locale Regione Molise

A discuterne con l’autrice

Antonio Picariello, critico d’arte e conferenziere
Maria Stella Rossi, scrittrice e giornalista

Conduce
Giampiero Castellotti,
Presidente Associazione Culturale “Forche Caudine” e giornalista

Letture sceniche di Barbara Amodio,
attrice e regista, compagnia “Le Nuvole Teatro” diretta da Gianni Afola

Ciascuno di noi porta in sé una
campana, molto sensibile.
Questa campana si chiama
cuore. Questo cuore suona e mi
auguro che il vostro cuore suoni
sempre delle belle melodie

Giovanni Paolo II

L’uomo che fondeva le campane è la storia di Pasquale Marinelli che, nella sua vita, ha continuato con passione la millenaria tradizione della famiglia: la fusione delle campane in Agnone nel Molise, un’arte singolare, tramandata da padre in figlio.
La figlia Gioconda, come se fosse ancora vivo, continua a dialogare con lui, e tra sentimenti, memoria, luoghi dell’anima, tradizioni, rievoca un passato a lei caro. Rivive momenti indimenticabili, incisi nel bronzo e nel cuore: l’amicizia con i Pontefici, la visita di Papa Wojtyla in Agnone, nel paese “città d’arte e di storia, l’affetto per padre Pio, oggi santo, che volle il maestoso concerto di campane per il Santuario di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. Confida al padre pensieri, dubbi, ansie e gioie della sua vita, sottolinea i passi più belli che si incontrano in letteratura sui sacri bronzi.
Tra romanzo e saggio, le sue pagine sono una lettera aperta in cui racconta la saga di una famiglia, quella della Pontificia fonderia Marinelli, la seconda azienda più antica del mondo, che ha fuso campane celebri presenti in tutto il mondo, diffondendo rintocchi di pace e di fede in luoghi vicini e lontani, come nei più importanti santuari italiani, tra gli altri, quelli di Pompei, Montecassino, San Giovanni Rotondo. Voci degli angeli giunte fino ad Addis Abeba, alle Antille, concerti che hanno oltrepassato ogni confine: Gerusalemme, Manila, Tokyo, Seul, Mozambico, Macau, Cracovia, Montpellier, Hiroshima, Pechino, Maracaibo, e che continuano a risuonare oggi per mano di Armando e Pasquale Marinelli, figli di Ettore e nipoti del “patriarca delle campane”, affiancati dalla presenza partecipe e affettuosa delle cugine Gioconda e Gabriella.

Gioconda Marinelli, nata ad Agnone, nel Molise, vive e lavora a Napoli.
Naturalista e biologa, scrittrice e giornalista, collabora con il quotidiano «Il Mattino», con la rivista «Musical!» e con il notiziario on line di cultura e spettacolo «Enneti».
Ha scritto libri di poesie, tra cui ricordiamo Fusione di frammenti, con prefazione di Maria Luisa Spaziani (Marotta, 1994) e Canto e tre voci, con Maria Orsini Natale e Anna Maria Liberatore (Avagliano, 1999). Ha pubblicato diverse biografie di artisti: Dal Trianon al Sannazaro. Luisa Conte con il teatro dell’anima (Gallina, 1996); Tina Pica (Gallina, 1999); con Pietro Gargano Mirna Doris. Regina e Reginella. Una grande voce a difesa della canzone napoletana (Gallina, 2002) e Mario Lanza. La leggenda. Filignano non dimentica (Magmata, 2005). Con Katia Ricciarelli Altro di me non saprei narrare (Aliberti, 2008). Con Angela Matassa Dacia Maraini in scena con Marianna, Veronica, Camille e le altre (Ianieri, 2008); Sandra Milo. La mia dolce vita e Miranda Martino. 70 ottimo stato, entrambi editi per le Edizioni del Delfino, (2004), e alcuni testi teatrali (Bel-Ami, 2012). Ha firmato due lunghe interviste, una a Michele Prisco, Una vita per il romanzo (Edizioni del Delfino, 1998) e una a Maria Orsini Natale, Il girasole della memoria (Avagliano, 2009) e tre libri con Dacia Maraini: Dizionarietto quotidiano (Bompiani, 1997), Dentro le parole (Marlin, 2005) e Dacia Maraini in cucina(Marlin, 2007).
Ha curato il volume Il tempo dei ricordi, una raccolta di racconti del padre Pasquale (Colonnese, 2000), con prefazione di Dacia Maraini.

Info:

Casa Editrice Tullio Pironti sito: www.tulliopironti.it
Tel. 081 549.97.48 e- mail: editore@tulliopironti.it
Tel. 081 218.01.69

Regione Molise sito: http://www3.regione.molise.it
Tel. 06. 44.25.44.41 e-mail: delegazione_roma@regione.molise.it
Tel. 06. 44.29.28.60

Associazione Culturale Forche Caudine sito: www.forchecaudine.com
Tel. 06.70.29.692 e-mail: info@forchecaudine.it


A CENA CON L’ARTE
Lo Chalet di Bartolo – Via Colle San Bartolomeo (pineta) – Montagano (CB)
10-17-24-31 ottobre

Mercoledì 17 ottobre 2012, a partire dalle ore 20, Lo Chalet di Bartolo ospiterà la seconda delle serate A cena con l’arte, un appuntamento settimanale con la cultura e il cibo di qualità.
Una location esclusiva che diventa palcoscenico per una tavola esperienziale, nella quale tutti i
commensali sono diretti protagonisti, insieme agli artisti, agli scrittori e ai musicisti.
Ogni settimana, figure di spicco del mondo dell’arte, della cultura e della musica contemporanei interverranno per conversare con chi ascolta, con chi legge, con chi guarda. Una forma inedita di “teatro” che è una confessione, un sottile gioco di fiducia e un convivio sensoriale nel corso del quale potranno nascere idee, storie, musiche, performance.

Gli ospiti della seconda serata saranno il poeta Valentino Campo, lo scrittore e critico letterario Luigi Fabio Mastropietro, il critico d’arte Antonio Picariello e il team di Soupy Records.

per info e prenotazioni Alessandro 342.7703792

Sabato 27 ottobre 2012, ore 17,30, al MUSEO DEL SOTTOSUOLO di Napoli, verrà presentata l’opera musicale DREAMWORKING di Orchestra Esteh, ultimo lavoro del compositore Vinz Notaro, uscito insieme al suo saggio sul rapporto Suono Sacro Sogno (l’arca e l’arco edizioni).
Nelle profondità del rifugio antiaereo situato tra le fermate Cavour e Museo della metro napoletana, si scenderà 25 metri sotto terra, passo dopo passo, attraverso le multiple esposizioni della fotografa Anita Annunziata. Ci si ritroverà in un luogo senza tempo, dove saranno Alberto Brandi (studioso di dottrine ermetiche), Cinzia Caputo (psicoanalista junghiano) e Mimmo Grasso (poeta patafisico) a introdurre il pubblico a un intenso viaggio nei meandri del sogno.
Al termine degli interventi, chiuderà l’appuntamento una azione di teatro rituale, che introdurrà alla disciplina del controllo del sogno, resa in arte da Vinz Notaro e Anita Annunziata.
L’opera audio-visuale avrà come cuore una lunga traccia appositamente composta da Orchestra Esteh, dedicata alla Napoli Infera: suoni suadenti e terrifici fluiranno tra immagini evocative, ombre e veli, dando voce a filosofi, maghi e poeti, bistrattati in secoli di oscurantismo, come Agrippa, Bruno, Baudelaire e Hillman…

Alberto Brandi è dottore di ricerca in Storia della Filosofia del Rinascimento e Cultore presso “L’Orientale” di Napoli. I suoi studi sono incentrati sulla diffusione delle dottrine ermetiche in Europa, con particolare riferimento ai Rosacroce. Si occupa, ancor più, delle tradizioni iniziatiche di mano sinistra sia nelle forme antiche, occidentali e orientali, sia in quelle contemporanee. È autore del volume La Via Oscura (ed. Atanòr).

Cinzia Caputo è psicologo analista, membro dell’Associazione Italiana di Psicologia Analitica (AIPA), associata all’Istituto Mediterraneo di Psicologia Archetipica (IMPA). Si occupa di fiabe, poesia, narrazione, da sempre coniuga arte e psicologia analitica, pubblicando articoli sull’argomento. Ha pubblicato il saggio Relazionale, Transgenerazionale, Archetipico nella formazione dell’identità e il volume di poesie Verso (ed. Manni).

Mimmo Grasso è poeta, filosofo, saggista. Dopo molte incursioni in molti ruoli è “segretario macchinista di labirinti mnestici” dell’Istituto Patafisico Partenopeo. Tradotto in varie lingue, suoi lavori sono stati rappresentati in forma teatrale e di docu-fiction per il cinema. Da anni ha scelto come ex-libris quello di Cartesio, “lathe biosas”(vivi oscuramente) e pubblica versi solo con stampa a piombo e a tiratura limitata, in tandem con artisti visivi. Dirige la collana di poesia “I poeti di Vico Freddo”, per i tipi de “Il LABORATORIO/le edizioni”.

Anita Annunziata è fotografa dell’invisibile, usa la multipla esposizione per ritrarre l’anima e le vibrazioni dell’esistenza. Studiosa di sciamanesimo, assidua frequentatrice del pensiero hillmaniano, «tarantulla tarantata da Athena Noctua protetta, indi iniqua, nottambula, selvatica et mai salvatica». Assoldata dall’Orchestra Esteh, sarà ombra dietro i veli.

Vinz Notaro è studioso di filosofie del Rinascimento, con particolare riguardo a Cornelius Agrippa e Giordano Bruno, da sempre interessato alle arti e all’indagine estetica, nonché ai culti misterici sia occidentali che orientali. Conscio che la superficie sia un eccesso di profondità, è spinto a ricerche operative in ambito musicale, cercando una sua via mistica all’arte, fondata sull’assunto baudelariano di un’arte intesa come «un culte (magisme, sorcellerie évocatoire). Le sacrifice et le vœu sont les formules suprêmes et les symboles de l’échange».


C’è da chiedersi – scrive lo scrittore Franco Campegiani – se si possono (e come si possono) conciliare umanesimo e trascendenza; visione orizzontale e visione verticale della vita. Stando a Kierkegaard, si tratta di piani distinti e inconciliabili, mentre Maritain sostiene che i due piani debbono essere integrati e fusi tra di loro. Evidentemente nei due filosofi cristiani si agitano e confliggono ancora gli opposti idealismi di Aristotele e Platone, ma le correnti fortemente realistiche della cultura contemporanea sembrano pretendere un differente approccio alla fede e alla vita spirituale. Francesco Guadagnuolo è noto per essere testimone partecipe e attento di questi tempi. In collaborazione feconda con intellettuali ed artisti di tutto il mondo, egli possiede una spiccata sensibilità verso le problematiche sociali ed esistenziali odierne. Il suo spiritualismo non possiede pertanto accenti mistici, di evasione dal mondo, ma neppure si può definire integrato e soddisfatto rispetto alla situazione reale. La sua poetica gronda del male di vivere dei nostri giorni, ma è insieme un invito al riscatto nella trascendenza. Una trascendenza, direi, che è nell’uomo stesso; un altrove di cui l’uomo è parte integrante; e sta qui la particolarità di questa esperienza artistica. Un umanesimo intriso, sì, di inquietudine, di sofferenza, ma anche di coraggio e di fede nelle possibilità recondite e arcane dell’uomo stesso».
In questo contesto culturale, l’Arcivescovo Giovanni Fallani Presidente della Pontificia Commissione Centrale per l’Arte Sacra vide, alla fine degli anni ’70, nel giovane artista Guadagnuolo, la capacità di individuare nell’uomo contemporaneo disumanizzato i segni di una ripresa, di un riscatto, dando volto ad un Papa, Karol Wojtyla, che sarebbe poi diventato così importante nel cammino spirituale della Chiesa. Papa Giovanni Paolo II è stato visto e interpretato da Guadagnuolo come il più umile servitore di Dio, con un linguaggio semplice, accessibile, diretto, ed ha trasfuso la figura del Papa in un’aura sì mistica, ma profondamente umana.

Sono di esempio i ritratti che vengono presentati alla mostra presso il nuovo Centro Polivalente “Giovanni Paolo II” a Campoverde – Aprilia, via Mediana, 45, in occasione dell’Anno della Fede. L’artista ha realizzato nell’arco degli ultimi anni del Pontificato di Giovanni Paolo II, circa sessanta ritratti di cui ha dipinto i volti del Papa che esprimono, con tragica intensità, un’impressionante testimonianza della sofferenza umana, il senso del dolore come indice di vita nella contraddittorietà dell’epoca in cui viviamo. L’impressionante testimonianza della sofferenza umana che emerge dalle opere del Maestro, ha portato la critica a parlare dell’inizio di una nuova ritrattistica papale. Infatti, le opere realizzate dal Guadagnuolo contengono tutta l’icona del dolore del Papa che assume così un ruolo particolare della sua vita, basterebbe pensare l’opera “L’urlo silenzioso”, la sua ultima apparizione alla finestra del Palazzo Apostolico, che domina la Piazza San Pietro per l’appuntamento domenicale della preghiera dell’Angelus Domini, è stata nel giorno di Pasqua, il 27 marzo 2005: minato nel corpo, ma non nell’animo, ha voluto impartire la tradizionale benedizione “Urbi et Orbi”, dinanzi a una moltitudine di fedeli entusiasti. Ma non é riuscito purtroppo a parlare. Il suo grido, silenzioso e straziato, è divenuto messaggio ed espressione di immane sofferenza, preghiera a Dio per tutti gli uomini. “Da quel grido muto del Papa – scrive il poeta Angelo Mundula – in cui sembra vi sia il rifiuto di tutto l’orrore del mondo (neppure Munch era riuscito a tanto)”, Guadagnuolo ha voluto riviverlo anche in un’altra opera, soffermandosi sulle visioni dei due volti quasi sovrapposti, il primo nella sofferenza e il secondo nell’urlo silenzioso, proiettati sul mondo: la curvatura sottintende il globo terrestre, racchiuso e sigillato dallo spillone in forma di chiodo – simbolo della sofferenza di tutta l’umanità – che viene cucito nel pallio; a destra la cupola di San Pietro, come faro sul mondo. I ritratti eseguiti nell’arco degli ultimi anni del Pontificato di Giovanni Paolo II sono stati considerati dagli alti prelati e dalla critica, unanimemente, l’espressione di tragica intensità e la testimonianza della sofferenza umana.

«E’ un’arte, – continua Franco Campegiani – quella di Guadagnuolo, piena d’anima, e tuttavia le sue opere sono profondamente radicate nel reale. Giustamente Antonio Gasbarrini ha ricondotto questo ideale neoumanistico a quello dell’Ut pictura poesis, ma ha parlato successivamente di transrealismo, ossia di una poetica legata in qualche modo al superamento della realtà. Una poetica, dunque, dalle lontane ascendenze impressioniste/espressioniste, con una sensibilità post-moderna e centrifuga […]. Come abbiamo detto, alcuni critici hanno acutamente accostato al “transrealismo” questa forma di visionarietà, che diviene paradossalmente analisi del reale. Una sorta di veggenza, io direi, di viaggio nelle trame segrete del mondo, che diviene dantesco viaggio nell’oltremondano. Una commedia insieme divina ed umana. Ed ecco l’arte religiosa di Francesco Guadagnuolo, da non confondere con l’arte devozionale, funzionale alla stimolazione di sentimenti votivi e non estetici, secondo la distinzione adottata da Rosario Assunto […]. In questo slancio neoumanistico e spirituale si colloca l’arte di Francesco Guadagnuolo, in un luogo, dove finanche la politica ha accesso, la politica come campo di nobili aspirazioni e conquiste dell’umanità».

L’inaugurazione è il 22 ottobre 2012 alle ore 18,00, in occasione della festa del Beato Giovanni Paolo II; proprio in questa data, nel 1978, ha iniziato il Suo Pontificato.
La mostra è visitabile dal 22 ottobre al 1 novembre 2012, dalle ore 17,30 alle ore 19,30.

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