Novembre 2007


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(f.to.a.p.)

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il 14 novembre apre la galleria in via Marconi 2, Termoli.

“Corteggiamento del sublime in anticipo alla III guerra mondiale”

a cura di Picariello- Siano

ore 19,00

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http://www.magda-gallery.com/fr/flatland.htm

http://www.paris-art.com/

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INCREDIBILE, MA VERO?

Tutti noi abbiamo una soglia di sensibilità critica per cui differenti sono le reazioni emotive alcune volte queste si ritrovano in un comune denominatore. Così, ecco che Pier Paolo Febbo mi domanda se si può condividere l’opera di un artista in cui un cane è legato davanti al cibo che non riesce a mangiare fino allo sfinimento ed alla morte conseguente; mentre Vincenzo Castaldo dice che questa non è arte bensì merda! L’invito a fermare questa atrocità viene da Alessandra via mail, e Nico Orengo sulla Stampa di sabato stigmatizza negativamente questa performance.

Ora non vorrei essere bastian contrario, ma trovo che queste reazioni sono in fondo puramente emozionali, e vanno bene, come per chi non si preoccupa per le centinaia di bambini che muiono di fame ogni giorno, o come per chi lascia l’eredità, che in vece potrebbe sfarmarli, al cane di casa servito e riverito dagli umani. E il giudice sentenzia in tal senso!?

In fondo direi che al di là della propria indignazione personale l’autore della performance canica non ha fatto che solleticare le nostre reazioni di uomini civili e ben pensanti mentre è un’altra la realtà descritta da Conrad Lorenz nella sua opera dedicata all’Aggressività! Essa fa parte di noi, altrimenti come spiegare il senso dei campi di sterminio o il razzismo contro i neri, i rom, le puttane, e chi più ne ha ne metta, salvo, poi, servirsene in qualsiasi maniera pro domo sua.

Quello che non va nella performance canina è che essa è un pezzo di realtà. In fondo tutta l’arte è fatta di momenti forti, assurdi, il taglio dell’orecchio di Van Gogh, l’annegata di Caravaggio, o i cadaveri di leonardo, è che questi restavano nel campo del reale che nutriva il psicologico e ispirava l’opera. Qui invece il reale diviene l’opera e allora anche il delitto diventa arte ( già De Quincy l’aveva intuito e scritto nella sua estetica del delitto). Ma quando il delitto assurge a arte? A Cogne, o a Erba? Noi lo accettiamo, ed esso ci affascina, dove riesce meglio! Il che dimostra che è solo una questione di stile e qui nel caso dell’artista col cane lo stile è mancato. Dante con il conte Ugolino è tutta un’altra cosa.

www.borisbrollo.it

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