Settembre 2011



Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena). Un programma denso quello del SiFest 2011, ventesima edizione del festival di fotografia che ogni anno si svolge a Savignano sul Rubicone (Forlì-Cesena). Intorno al titolo «Fragile/Fragile» i curatori Stefania Rössl e Massimo Sordi hanno raccolto autori che arrivano da Europa, Stati Uniti e Cile, affermati ed emergenti. Alle mostre monografiche, che inaugurano il 9 settembre (sedi varie, fino al 25 dello stesso mese), si affiancano la campagna fotografica di Simon Roberts per il progetto «sin_tesis 2011»; i lavori di Stefano Giogli e Chiara Tocci premiati lo scorso anno; un Festival Off; e «Occupancy», terzo capitolo di Global Photography, dove dieci autori restituiscono il paesaggio che l’uomo ridefinisce intorno a sé. Previste letture portfolio, tavole rotonde e proiezioni.
La fragilità del titolo, rilevata nel territorio come all’interno dell’individuo, è segno di un vivere sempre meno codificabile, parte integrante di un quotidiano dove il rapporto con l’altro e con l’ambiente cerca nuovi e delicati assetti. Le riprese di Bernard Fuchs della campagna austriaca dove ha trascorso l’infanzia, vuota e silenziosa stagione dopo stagione, richiamano un’armonia ritrovata e precaria. La Tomba Brion di Scarpa, fotografata per dieci anni da Guido Guidi, è una sintesi in cui il progetto architettonico fa sua la natura in cui si colloca. La città russa di Sochi si prepara a ospitare le Olimpiadi invernali del 2014 con una serie di interventi documentati da Rob Hornstra e Arnold Van Bruggen. E ancora i frammenti della natura che diventano microcosmi nelle fotografie di Taj Forer; lo sguardo che Miroslav Tichy rivolge al universo femminile nel ricordo ossessivo di Kyjov, sua città natale; i passeggeri della metropolitana nel «Tokyo Compression» di Michael Wolf, con le facce schiacciate contro i finestrini, sono tutte voci di un «luogo intorno al quale investigare le dinamiche contemporanee che investono il contesto ambientale e l’uomo in quanto parte di esso». La fragilità come poetica del mondo è nello sguardo di Marco Pesaresi, scomparso dieci anni fa neppure quarantenne, che ritroviamo nelle 35 immagini di «Qui e altrove». E parla di fragilità tutto il lavoro di Silvia Camporesi: il suo «Acqua/Aria» è un censimento in cui ritrae adolescenti immersi nell’acqua o sospesi nell’aria, quasi a rendere tangibile lo spaesamento dell’età di mezzo e del transito in un elemento improprio.
di Chiara Coronelli, da Il Giornale dell’Arte numero 312, settembre 2011
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